Secondo uno studio condotto da GayHelpLine, ogni giorno il contact center nazionale antiomofobia e antitransfobia riceve una media di cinquanta richieste di aiuto da parte di giovani di età compresa tra 13 e 27 anni. Si tratta di giovani che denunciano di aver subito maltrattamenti in seguito al proprio coming out. E oggi, dopo la bufera delle scorse settimane per il ddl Zan, si festeggia la Giornata internazionale contro l'omobitransfobia.

Origine della Giornata internazionale contro l'omobitransfobia

Decriminalizzare l'omosessualità è stato un percorso lungo e tortuoso.

La scienza, in particolare, considerava l'omosessualità come un disturbo sociopatico di personalità, tanto che nel 1952 venne inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali pubblicato dall'American Psychiatric Association. Nel 1968 il concetto di omosessualità venne ancora più esasperato, tanto da metterlo sullo stesso piano della pedofilia. E ancora nel 1974 gli omosessuali venivano considerati soggetti infelici e frustrati che non accettavano il proprio orientamento sessuale. Tutte queste teorie vennero superate verso la fine degli anni Ottanta, per poi culminare nel 1990 con la cancellazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dell'omosessualità tra le malattie mentali.

I messaggi dal mondo della politica

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale contro l'omobitransfobia, ha voluto lanciare un messaggio forte e significativo a sostegno di tutte quelle persone che ancora oggi subiscono violenza perché considerate 'diverse'.

"Le attitudini personali e l'orientamento sessuale - sostiene Sergio Mattarella - non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica.

La società viene arricchita dal contributo delle diversità [...]". Riguardo a questa tematica, Enrico Letta (PD) ha pubblicato un tweet, chiedendo che venga approvato senza indugio il Ddl Zan.

Sulla scia di quanto ha pubblicato Enrico Letta, è intervenuto anche l'ex Premier Giuseppe Conte, esortando tutti coloro che rivestono ruoli istituzionali a convergere il prima possibile su una legge che condanni l'omofobia, la transfobia e bifobia.

Tanti altri esponenti della politica italiana [VIDEO] sono intervenuti sull'argomento, come la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, la quale ha voluto rivolgere un pensiero a tutte quelle persone che vivono in Stati dove ancora oggi l'omosessualità viene vista come un reato e punita.

"Si a una legge che introduca subito pene più severe per chi discrimina [...]", tuona il leader della Lega, Matteo Salvini. La condanna arriva anche da parte di Mara Carfagna, Ministro per il Sud e la coesione territoriale, la quale ha voluto puntare il dito contro l'intolleranza e le discriminazioni.