"You choose hope" ovvero "scegli la speranza". Questo uno degli slogan di "henne heals", l'associazione fondata dalla canadese Frances Darwin per aiutare a ritrovare il sorriso e l'autostima alle persone, soprattutto donne, affette da alopecia o sottoposte a chemioterapia.
L'associazione, fondata in Canada ma in forte espansione negli Stati Uniti e in alcuni Stati dell'Europa, si occupa di realizzare "henna crows" (corone di henné) sul capo di queste donne affette dalle sopracitate patologie. Costrette alla perdita, definitiva se parliamo di alopecia temporanea di chemioterapia, dei capelli che, come si sa, per la donna hanno un'importanza estetica molto forte.
Queste corone rappresentano temi floreali o di carattere religioso. Lo scopo è proprio quello di rendere bella una zona considerata malata, da non guardare con interesse. Le donne che scelgono di posare per Frances e gli artisti, 150, dell'associzaione vedono di buon occhio il progetto ed è noto che più il tuo spirito è sereno più questo aiuta la guarigione. I tatuaggi non sono pericolosi per la pelle perché composti da ingredienti totalmente naturali e il loro costo è, in media, di 120$.
Molte le testimonianze di chi ha incontrato gli artisti e vissuto questa bella esperienza. Tra questi una coppia, madre e figlia. La donna racconta di aver contratto con la figlia la stessa forma di alopecia, dicendo di essere felice per questa opportunità non tanto per sé ma per la bambina di 11 anni, malata dall'età di 5.
Mamma e figlia sono raggianti alla macchina fotografica del fotografo, quasi orgogliose di mostrare la loro opera d'Arte sul capo.
L'henné in polvere, per chi non lo sapesse, nasce tra le popolazioni indù, tra le culture islamiche, del mondo arabo, dell'Africa e dell'India come decorazioni durante le celebrazioni di matrimoni, cerimonie pubbliche o religiose.
Sul sito della fondazione si possono trovare tutte le info e uno spazio dove poter fare una donazione. Questi soldi servono agli artisti per aiutare le persone che non hanno disponibilità economica, perché i costi delle chemio sono alti.