Attualmente in Italia una donna ogni tre giorni perde la vita per mano della persona che dice di amarla: un marito, un compagno o un ex. Per definire quest'omicidio di genere è stato coniato appositamente un termine: femminicidio. Per contrastare la violenza sulle donne, negli ultimi anni, è stato introdotto un nuovo reato: lo stalking. Spesso infatti il femminicidio è solo l'ultimo atto di una violenza psicologica e/o fisica che dura da tempo. Purtroppo solo una piccola parte delle donne denuncia il proprio aggressore, che quasi sempre non è uno sconosciuto ma una persona con cui c'è un legame affettivo.
Anche le donne che denunciano le violenze subite,tuttavia, non sono sufficientemente tutelate dallo Stato. Spesso, infatti, coloro che vengono accusati di stalking o di maltrattamenti in famiglia subiscono (in attesa del processo) solo un ordine restrittivo o gli arresti domiciliari.
Alcune donne, nonostante abbiano richiesto l'aiuto delle forze dell'ordine, sono state uccise. Recentemente l'Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo a causa della scarsa tutela nei confronti delle donne vittime di violenza. Una donna, infatti, aveva denunciato più volte il marito, che l'aveva picchiata e minacciata con un coltello ma lo Stato non è intervenuto tempestivamente. Nel 2013 il marito ha ucciso il suo stesso figlio che voleva proteggere la madre.
Nel corso degli ultimi anni sono nati diversi progetti per contrastare questo fenomeno, che affonda le sue radici nella nostra cultura.' Non una di meno' è un esempio di questo: è un movimento nato in Argentina e poi diffusasi in tutto il mondo. Fortunatamente il mondo occidentale sta prendendo sempre più consapevolezza di questo 'cancro' che affligge la nostra società.
Diversi personaggi famosi combattono in prima linea contro la violenza di genere. Tra queste vi è Jo Squillo che, a Milano, ha dato vita con l'aiuto di diversi stilisti al 'muro di bambole'.
Il muro di bambole arriva a Los Angeles
Il 16 aprile Jo Squillo presenterà 'the wall of dolls' al Los Angeles International Culture Film festival.
Sarà presentato un docu-film che testimonia il lavoro svolto da Jo Squillo negli ultimi tre anni. Insieme a lei saranno presenti tre donne, sopravvissute alla violenza dei loro compagni: Lucia Annibali, Laura Rovesi e Valentina Pitzalis. Al progetto hanno preso parte circa 50 stilisti tra cui Roberto Cavalli e Adriana Ferretti. Lo scopo del 'muro di bambole' è la sensibilizzazione ma l'ideatrice del progetto ha deciso di non mostrare immagini troppo cruente. Le ragioni sono due: da una parte non vuole censure, in modo tale che il messaggio da trasmettere possa arrivare a tutti, dall'altra si ritiene che la visione di immagini crude e realistiche potrebbe istigare all'emulazione. Uomini e donne, invece, possono combattere insieme per abbattere i pregiudizi di genere presenti nella nostra cultura, ancora troppo misogina e discriminante.