Lo zaino buttato nel gabinetto, una scritta ingiuriosa sul muro della Scuola, piccoli furti, spintoni e minacce. Sempre ai danni del più goffo della classe. Il bullismo ha una caratteristica molto precisa: può manifestarsi soltanto nelle relazioni tra coetanei, quindi a scuola o con il gruppo di amici. Ecco perché i genitori sono spesso gli ultimi a sapere e, quando scoprono la verità, è una doccia fredda: il senso di colpa e la vergogna sono così forti che facilmente la prima reazione è la negazione o la ricerca di capri espiatori (gli insegnanti severi, i compagni cattivi).
Ma c'è anche c'è chi, all'opposto, perde le staffe e mette in atto punizioni esagerate. Due reazioni diverse, ma entrambe sbagliate.
Intervenire subito
Che cosa si può fare quando si viene convocati a scuola e si scopre che a fare scherzi pesanti e ad umiliare i compagni più deboli è il proprio figlio? Non c'è tempo da perdere, perché un bullo è un ragazzino che ha bisogno d'aiuto. Ne ha bisogno due volte perché i suoi comportamenti non solo non sono pericolosi, ma gli creano anche il vuoto intorno.
Favorire l'autostima
Il primo consiglio è prendere atto della realtà, anche se fa male. Poi, con calma e fermezza, è importante parlare con il ragazzo cercando di non giudicarlo (quindi vanno evitate offese come: "mi vergogno di te") e facendolo ragionare sul suo atteggiamento.
L'obiettivo è aiutarlo a diventare più consapevole di sè e delle sue azioni. Allo stesso tempo, però, mamma e papà devono anche riflettere sui propri passi falsi come genitori. Infine, per trasformare un bullo in un ragazzo sereno e capace di relazionarsi agli altri occorre soprattutto aumentare la sua autostima. Quindi, anche se considerata la situazione, non è facile, bisogna incoraggiarlo, dargli responsabilità e valorizzare le sue capacità.
Rimanere uniti
Situazioni come queste possono dividere i genitori: non è scontato avere la stessa linea di condotta perché, di fronte ai problemi dei figli, si provano emozioni molto profonde, che dipendono anche dal proprio vissuto.
Per questo è utile farsi aiutare da un terapeuta esperto di educazione e di adolescenti. Affidarsi con fiducia ad una figura esterna, non coinvolta emotivamente, aiuta a costruire una nuova e più efficace relazione con il figlio e a superare il problema ritrovandosi poi più uniti anche come coppia.
Sono i piccoli segnali che possono fare la differenza e capire se il proprio figlio potrebbe essere realmente un bullo: ha un atteggiamento molto spesso ribelle, rompe le cose, prende in giro ripetutamente. Il bullo tende ad avere questo atteggiamento con i suoi coetanei, soprattutto, nei confronti di ragazzi più sensibili e deboli.