Buone notizie per le donne che per vari motivi, spesso legati al tenore di vita occidentale, scelgono di intraprendere la strada della maternità in età adulta. Secondo recenti studi, le donne che danno alla luce il primo figlio tra i 30 e i 40 anni, hanno una aspettativa di vita maggiore rispetto alle donne che partoriscono durante l'adolescenza o prima dei 30 anni. A stabilirlo è uno studio condotto dall'università di Coimbra, in Portogallo, e pubblicato sul The Journal of Public Health. 'Man mano che l'età della Gravidanza aumenta, aumenta anche l'aspettativa di vita delle donne'.

Dichiarano gli autori dello studio sulla rivista scientifica. E aggiungono: «Le donne che partoriscono più avanti nella vita tendono a vivere più a lungo: i geni che consentono a queste persone di portare a termine una gravidanza ad un’età più avanzata offrono loro benefici anche durante il resto della vita». Lo studio è stato condotto osservando da vicino un campione di donne provenienti da tutta Europa, che avevano avuto la loro prima gravidanza in un'età che va dai 30 anni a circa 40 anni. Dunque, bando ai sensi di colpa per le mamme che per diversi motivi hanno scelto di procreare in età adulta.

Un altro studio avvalora la tesi dei ricercatori di Coimbra

Ad avvalorare tale tesi, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica specializzata in ostetricia e ginecologia, Menopause.

Secondo quest'ultima ricerca, infatti, le donne che sono diventate mamme dopo i 33 anni, hanno i marcatori di longevità del DNA in un numero sino a tre volte più alto rispetto alle mamme che hanno avuto il loro primo figlio nell'arco di tempo che va dall'età adolescenziale sino ai 29-30 anni di età.

Rischi per il tasso di fertilità globale

Se è vero che le donne che diventano mamme dopo i 30 anni sono più longeve, è anche vero che, secondo diversi altri studi, il procreare in età troppo avanzata metterebbe a rischio il tasso di fertilità globale: le donne che cercano un figlio troppo in là, hanno generalmente il problema del calo fisiologico della fertilità, dovuto ad una naturale riduzione della produzione degli ovuli.

Diventa quindi più difficile procreare in età troppo adulta, con conseguente ricorso ai metodi di procreazione assistita. Diverse ricerche condotte sul tasso di fertilità globale, pubblicate sulle più importanti riviste scientifiche mettono in evidenza anche il calo di fertilità maschile verificatosi negli ultimi anni, caratterizzato da una ridotta produzione di spermatozoi e della loro qualità. Le cause sarebbero da attribuire principalmente all'inquinamento che l'ambiente sta subendo a livello globale.