L’indice della facilità di fare business è creato dalla Banca Mondiale e i ranking più alti indicano regole più semplici per le imprese e più forti protezioni dei diritti di proprietà. L’indice si basa sullo studio di leggi e regolamenti che favoriscono o limitano l’attività imprenditoriale e ha lo scopo di misurare le norme che riguardano direttamente le imprese e altre condizioni più generali.

Ogni nazione è classificata sulla media di voci quali: procedure, tempi, costi e il capitale minimo per aprire una nuova attività; ottenimento dei permessi edilizi; registrazione e trasferimento di proprietà immobiliari; risoluzione di dispute commerciali; tutela investitori; pagare le tasse; numero documenti, costi e tempi per esportare e importare; fare rispettare i contratti; trasparenza nel regolamento Affari; distanza dalle migliori performance accertate.

Doing Business in Italia è l’indicatore sull’avvio d’impresa che considera tutte le operazioni indispensabili per ottenere le licenze e i permessi necessari e per completare notifiche, verifiche e iscrizioni concernenti l’impresa e ai suoi dipendenti. Considera un’impresa standard impegnata in attività industriali o commerciali, che occupa tra 10 e 50 individui, appartiene interamente a cittadini del Paese di riferimento con un capitale sociale pari a 10 volte il reddito pro-capite dello stesso.

Con la piattaforma telematica ComUnica avviare un’impresa in Italia è più rapido ma resta costoso: richiede in media 6 procedure, 9 giorni e costa il 14,5% reddito pro-capite e gli imprenditori italiani devono versare € 2.500 in un conto corrente bancario.

L’iscrizione dei dipendenti presso l’INPS varia da un giorno fino a 7 giorni. In percentuale i costi di avvio impresa: € 310 tassa concessione governativa (9,3%), € 168 imposta registro (4,5%), € 156 imposta bollo forfettaria (4,2%), € 90 diritti segreteria (2,4%), € 200 diritto annuale CCIAA (5,3%), € 119 contrassegni telematici libri sociali e altri oneri (3,2%) e costi notarili 72,2%.

Nel 2012 è stata introdotta la nuova norma societaria (SRLS) Società a Responsabilità Limitata Semplificata, con un capitale sociale di almeno € 1 Statuto e Atto Costitutivo standard senza spese notarili. Tale nuova società può essere avviata da under 35. In Italia i miglioramenti più incisivi sono stati fatti nelle aree di avvio d’impresa, pagamento imposte e risoluzione dispute commerciali.

Il nostro Paese ha realizzato 14 riforme istituzionali sulle aree tematiche analizzate ad eccezione di quelle relative all’ottenimento permessi edilizi e al commercio marittimo transfrontaliero.

Il Rapporto Doing Business offre spunti per spingere i governi a migliorare la regolamentazione d’impresa mettendo in luce le “strozzature” e identificando buone pratiche da replicare. Riformare con una strategia coerente per lo sviluppo del Paese significa lavorare su un programma di lungo termine con una visione chiara del futuro mantenendosi concentrati su obiettivi specifici monitorando periodicamente i propri progressi. Il progetto Doing Business si basa sull’idea che lo sviluppo del settore privato trae beneficio dall’esistenza di norme chiare e coerenti, che definiscano e chiariscano i diritti di proprietà, agevolino la risoluzione delle controversie, migliorino la prevedibilità delle interazioni economiche, offrano ai partner contrattuali le protezioni indispensabili in caso di abusi.

La definizione di “regolamentazione d’impresa SMART”:

Semplificate, regolamentazioni che permettono di ottenere il risultato desiderato in modo più efficiente.

Meritevoli, regolamentazioni con un impatto positivo e misurabile nel facilitare le interazioni che avvengono sul mercato.

Adottabili, regolamentazioni che possono adattarsi ai cambiamenti che avvengono nel sistema economico.

Rilevanti, regolamentazioni proporzionate al problema che sono chiamate a risolvere.

Trasparenti, regolamentazioni chiare e accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno.