Può succedere e succede che un elettrodomestico, da poco acquistato, e quindi coperto dalla garanzia, venga portato al Centro Assistenza Autorizzato perché non funziona. Può succedere e succede che il laboratorio sia sprovvisto del ricambio necessario alla riparazione, così come ne risulterà sprovvisto persino il deposito dell’azienda produttrice.
Ciò succede poiché la produzione avviene in paesi terzi, sia per convenienza fiscale che per i costi ridotti della manodopera. Inoltre, per essere più competitivi sul mercato, le aziende hanno una infinità di modelli.
Questi motivi hanno come conseguenza una difficoltosa gestione del magazzino ricambi. Intanto, oltre a non poter usare l’apparecchio acquistato, si riduce, non di poco, il periodo coperto dalla garanzia.
Allora comincia un vero e proprio calvario. Telefonate sempre più frequenti per avere notizie rassicuranti, puntualmente allontanate da scusanti bizzarre. Poi, impazienti ed irritati, ci si reca di persona. Né urla rabbiose né imprecisate minacce cambiano la situazione. E, allora, cosa fare?
La soluzione è scrivere una lettera di contestazione, con cui si mette in mora il venditore chiedendo di avere l’apparecchio riparato entro un termine appropriato. È consigliabile indicare la data entro cui deve essere restituito.
Se il termine stabilito non verrà rispettato, la lettera di contestazione ha creato le condizioni per ottenere la risoluzione del contratto con la restituzione dei soldi spesi per l'acquisto dell’apparecchio. Qualora state vivendo una situazione come quella descritta, un’associazione dei consumatori potrà darvi una mano. Altrimenti c’è sempre internet.