Produzione (-1,4%), export (+8%) e crisi economica prolungata, tutto ciò ha eroso i consumi interni nel settore alimentare.Per Federalimentare (FederazioneItaliana dell'Industria Alimentare) nel 2011-2012 il settore ha subito un calodei livelli occupazionali (-5000 posti di lavoro), 1/3 delle imprese chehanno chiesto un fido alle banche hanno avuto un esito negativo, sonoscese al 45% le imprese che nel prossimo biennio faranno investimenti e laspesa alimentare nel solo 2012 si è ridotta di un -3%, che corrisponde a circa7mld di euro.

Federalimentare, in occasione della presentazione delbilancio 2012 dell'Industria Alimentare Italiana e della valutazione delleprospettive per il 2013, ha esposto i suoi numeri della crisi che evidenzianoil riflesso di una spirale negativa delPaese che non proietta speranza per il futuro del settore.

Lotta allacontraffazione, sostegno alle esportazioni, progetti di educazionealimentare sono alcune proposte che si vorrebbero presto vedere realizzate peruscire da questa morsa soffocante.

L'intervento di Federalimentare per "sostenere l'Industria buona", porta all'attenzione del nuovoGoverno un documento di programma su varie aree d'intervento di rilanciodel settore (fisco, internazionalizzazione, politiche europee, educazionealimentare, ricerca e innovazione). In particolare, per la Federazione delsettore alimentare è necessario ridurre la pressione fiscale (food tax o accise), evitare che l'IVAaumenti al 22%, previsto a luglio 2013 e bisogna ridurre l'incidenzafiscale dei costi di trasporto e dell'energia.

E' proposto anche di adottareuna politica fieristica chiara e lungimirante, e propone di rivederel'approvvigionamento e la "security alimentare".

Secondo le stime del Centro Studi Federalimentare, nel 2012il fatturato dell''industria alimentare ha raggiunto i 130 miliardi di euro (+2,3%),ma i consumi alimentari sono calati e negli ultimi 5 anni si sono persi 20mld dieuro (-10%).

In pratica, si compradi meno e si scelgono prodotti molto economici. Il prezzo è la principalevariabile di scelta del consumatore assieme alle promozioni operate dallaGDO.

Nella recessione dei consumi interni, Federalimentare rilevache l'export rappresentaun'importante valvola di sfogo e di redditività per il settore, così nel2012 ha toccato i 24,8 miliardi di euro (+8% sul 2011) e ha avuto un''incidenza sulfatturato totale dell'industria alimentare del 19%.

Rileva anche che sullepotenzialità dell'export italiano pesa il fenomeno della contraffazione e dell'Italian Sounding, che sfiora i 60miliardi di euro di fatturato e raggiunge livelli evidenti sui mercati piùricchi