In passato, sicuramente fino alla fine del secolo precedente, il riscatto della laurea consentiva di ritirarsi prima dall'attività lavorativa maturando un assegno pensionistico maggiore. I calcoli di convenienza erano agevolati dalla relativa stabilità del rapporto di lavoro per cui si presumeva di poter restare senza grandi problemi a lavorare (in genere con lo stesso datore di lavoro) tutta la vita.

Oggi quali sono le prospettive?

Premesso che chiedere all'Inps il calcolo conviene sempre, se non altro per sapere quanto sarebbe la somma da pagare; per chi lavora già da molti anni e non ha la certezza di continuare senza interruzioni, è probabile che il gioco non valga la candela.

Il riscatto potrebbe essere conveniente per chi rientra nel calcolo misto (retributivo/contributivo) ovvero per chi ha iniziato a lavorare prima del 31 dicembre 1995.

Tra i vantaggi da tener presenti ci sono quello fiscale – completa deducibilità se a pagare il proprio riscatto è il soggetto interessato (ma solo per i riscatti versati dal 2001 in poi) o detrazione al 19% se è pagato da un genitore – nonché la rateizzazione in 120 rate (10 anni) senza interessi, oltre alla possibilità di maturare gli anni pagati ai fini dell'età pensionistica.

Ma per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 l'impatto economico sull'entità dell'assegno pensionistico sarà limitato.

Infine non va dimenticato che questo tipo di investimento, a differenza di tanti altri, non può essere liquidato in caso di necessità non avendo un valore di mercato.