Non giungono buone notizie dal bollettino mensile della Bce. La Banca centrale europea, si legge, si attende un "lento recupero del prodotto nell'area euro", una situazione tendente sì alla ripresa, ma in maniera molto lenta. E non si escludono rischi per la prospettiva di crescita con indici che continuano ad essere orientati al ribasso. La crisi, dunque, continua a persistere su tutta la zona europea con risultati evidenti sull'economia dello Stato, delle aziende e delle famiglie.

Bce, disoccupazione giovanile 

Il dato che più preoccupa la Banca centrale europea, e il suo presidente Mario Draghi, è soprattutto quello riguardante la disoccupazione giovanile.

In particolare, riporta 'repubblica.it', è la percentuale che si registra in Grecia, Spagna e Italia di persone non occupate ad essere più alta: nei primi due paesi, il dato è compreso tra il 50% e il 60%, mentre sul nostro territorio (ma anche in Portogallo e Cipro) siamo vicini al 40%. Percentuali davvero preoccupanti se si prende in esame anche quella dei Neet (giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non lavorano né studiano): l'Italia è il paese peggiore della zona europea con il dato che è cresciuto del 6% (dal 2007 al 2012) arrivando al 21%. Sono Irlanda e Grecia hanno avuti incrementi più alti.

Bce, inflazione e crescita PIL

Nel bollettino mensile si parla anche dell'inflazione con la Banca centrale europea che si aspetta una sostanziale stabilità, mentre, assicurano, i tassi resteranno invariati per un lungo periodo. Infine, le previsioni di crescita del prodotto interno lordo (PIL) sono dell'1% per l'anno in corso e dell'1.5% per il 2015