Dati Istatalla mano, il 2013 è l’anno nero per il lavoro. È il dato peggiore degli ultimicinque anni: dall’inizio della crisi del 2008, sono un milione i posti dilavoro persi.

Il tasso di disoccupazione di gennaio ècresciuto di un +12,9%, significa lo0,2% in più rispetto al passato dicembre e l’1,1% sui dati annui. In Europa lamedia dei disoccupati resta al 12%. È un panorama drammatico, con il tasso piùalto mai registrato.

La disoccupazione giovanile è peggiorata,salendo al 42,4%, ovvero dello 0,7%in più rispetto a dicembre e del 4% rispetto ai valori del 2012.

Si parlaanche di mezzo milione di occupati in meno (-2,1% rispetto all’anno prima), conun andamento tra il 2008 e il 2013 di circa un milione di occupati in meno(984mila). In media, il tasso di occupazione italiano è calato del 60,6% nel2012 e del 58,1% nel 2013.

Se l’Italiava mal nel suo complesso, ancora peggioreè la situazione del Mezzogiorno, dove sono 282.000 in più il numero dei disoccupati (+4,6%), con un tassomedio di disoccupazione che raggiunge il 19,7%,che va a costituire il grosso bacino di disoccupati totali che nel 2013 sonostati di 3,1 milioni. Sono aumentati soprattutto gli uomini (+15,8%) rispettoalle donne (+10,7%). Scendono anche i valori legati al lavoro atipico, oprecario, con 197mila dipendenti in meno per i contratti a tempo determinato ealtri 190mila a tempo indeterminato.

L’inattività dei lavoratori raggiunge untasso del 36,5%, che accresce il fenomenodegli scoraggiati nella ricerca di un impiego.

Non rendonofacile la situazione neppure i prezzi di beni e servizi, che a febbraio sonoaumentati dello 0,5%, con l’inflazione che frena rispetto a gennaio. Questo rallentamentosi registra soprattutto per l’andamento di energia, carburanti e alimentarifreschi che vedono al rialzo i proprio costi.