Il popolo delle sigarette elettroniche torna, ancora una volta, al centro del tam tam mediatico. La sua battaglia contro i monopoli di Stato e contro l'eccessiva tassazione del settore non è ancora finita. Anzi, è tutt'ora in corso.

Il prossimo 2 aprile vi sarà la sentenza definitiva del Tar del Lazio che si pronuncerà sulla legittimità della imposizione della tassa del 58,5% nel settore delle sigarette elettroniche.

Questa volta, però, alcuni siti internet e giornali online mettono sotto accusa i liquidi che sono utilizzati come ricariche e che sono indicati come pericolosi.

Questo succede mentre alcune ASL, fra cui quella di Torino, hanno avviato alcune sperimentazioni campione per provare se la sigaretta elettronica aiuti davvero a smettere di fumare, mentre alla Regione Lombardia sarebbe in preparazione una conferenza medico scientifica patrocinata dalla Regione, ma destinata agli operatori del settore, che dovrebbe aiutare a fare chiarezza sui vantaggi e gli svantaggi per la salute pubblica e conseguenti all'uso della sigaretta elettronica.

Per ciò che riguarda i liquidi e la loro velenosità, la creazione di un sistema di certificazione dei liquidi e la richiesta di far un'etichettatura specifica del made in Italy, che comprenda anche ingredienti di filiera, era fra le proposte presentate da alcune associazioni di categoria insieme ad un piano di tassazione che fosse a carico sulla sola nicotina, invece che su tutti i prodotti venduti dai negozi di sigarette elettroniche.

Lo Stato non ha accettato il piano di tassazione proposto, e non ha neppure accettato di proteggere le aziende che producono in Italia le ricariche per sigarette elettroniche, cioè i famosi liquidi, creando il sistema di certificazione.

Ha lasciato, quindi, il mercato alla mercè di prodotti che arrivano dall'estero, non controllati, che non sono tassati e che sono acquistati online dai consumatori.

Si dice che i liquidi alla nicotina sono velenosi e che possono essere altamente tossici per i bambini che dovessero malauguratamente ingerirne anche piccole quantità. Sono in pochi, però, ad aver presente che sono parecchi i casi di bambini avvelenati per aver ingerito il tabacco delle sigarette, capitate loro in mano per caso e infilate in bacca per imitare gli adulti.

Inoltre, dal 2010 una legge impone ai produttori di liquidi per sigarette elettroniche che operano in Italia di confezionarli con chiusure "a prova di bambino".

I bambini che incorrono in un avvelenamento da nicotina rischiano, infatti, la vita sia se la ingeriscono sotto forma di liquido per sigarette elettroniche sia se è invece sotto forma di sigaretta tradizionale.