C'è un proverbio che dice che tutti i nodi arrivano al pettine, prima o poi. In Italia è quasi sempre un ''poi'', anche nei casi che sono di una tale semplicità che persino chi ha poche nozioni di legge riesce a capire che una persona è condannabile. Oltre che della lentezza indecorosa della giustizia, si sta parlando del processo Ruby. Quello che ha visto imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti per i famosi festini di Arcore, cui aveva partecipato anche Ruby, pur essendo minorenne. Sono passati molti anni e si è ora al processo di appello, che è stato istruito dopo le condanne già avute nel processo di primo grado.
Il Procuratore Generale del processo di appello ha chiesto la conferma delle condanne già comminate in primo grado per Emilio Fede e Nicole Minetti, cioè sette anni per l'ex direttore e 5 per l'ex igienista dentale di Berlusconi. Per Lele Mora invece, il PG ha accettato di proporre uno sconto di pena, in quanto l'ex impresario ha chiesto perdono e si è ampiamente pentito di tutto quello che ha fatto. Quindi, quasi sicuramente, Lele Mora avrà uno sconto di pena di 4 anni: due per la bancarotta fraudolenta della sua società, per la quale era stato condannato a più di 4 anni con un patteggiamento e due per i festini di Arcore, passando così da 11 anni e tre mesi a 7 anni di condanna.
Il reato più importante cui è stata condannata Nicole Minetti è quello che riguardava l'affido di Ruby minorenne, abbandonata al suo destino consegnandola nelle mani di un'altra persona, dopo che le era stata consegnata dalle autorità la famosa notte fra il 28 e il 29 maggio 2010, quando Ruby, dopo essere stata fermata dalla polizia fece scoppiare lo scandalo dopo la telefonata di Silvio Berlusconi e innescando di fatto tutta la serie di ripercussioni che hanno portato alla caduta e ai processi a carico dell'allora capo del governo.
Per lo stesso genere di reati era stato processato anche Silvio Berlusconi ma, dato che in quel momento era a capo del governo, lo giudicò, in un'unica sessione, il tribunale dei ministri. Il compito di questo tribunale era quello di giudicare partendo dall'esaminare la possibilità che avesse compiuto dei reati per difendere lo Stato italiano. Per alcuni versi, questa circostanza fu accertata e la condanna di Berlusconi fu molto più lieve del previsto.