Fisco e lotta all'evasione sono temi caldi in ottica di recupero risorse economiche per l'Italia. Non ci sono ancora mosse utili e decise da parte del nuovo Governo e intanto l'ex ministro dell'Economia Vincenzo Visco ha da poco presentato un documento interessante sull'evasione dell'Iva e sui modi per recuperare molti miliardi evasi in tanti modi differenti.
Lo studio completo è stato condotto dall'Associazione Nens (Nuova Economia e Nuova Società) fondata nel 2001 da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco, insieme ad altri, con l'intento dichiarato di promuovere e coordinare progetti di studio e ricerca; attività editoriali e formative; convegni, seminari o altre forme di comunicazione pubblica.
Lo scopo è un centro di studi, dibattiti, ricerche e pubblicazioni, in cui confrontarsi sui mutamenti economico-sociali nel Paese.
Meno evasione, meno tasse, più crescita e occupazione stabile, equa distribuzione fiscale, sono i temi sui quali si confrontano tutti i nostri governi e la situazione resta ancora molto sofferente per il contribuente italiano. L'Iva in Italia è molto evasa e lo fa capire nel suo studio Vincenzo Visco in cui evidenzia quindici modi diversi per evadere direttamente l'Erario e anche sui redditi e sull'Irap. Secondo molte simulazioni fatte, la stima del gettito sottratto è di circa 40 miliardi di Euro.
Ogni anno 23,8 miliardi sono sottratti con l'omessa dichiarazione al consumo, nascondendo l'Iva al Fisco, tramite gli scontrini non battuti, non dichiarando pur fatturando o non applicando l'imposta.
Lo studio Nens evidenzia che altri 9,3 miliardi di evasione maturano con l'omessa dichiarazione in fase intermedia riducendo il gettito Iva lungo i passaggi, anche trattenendo l'imposta invece di versarla. Sono 6,4 i miliardi sulla stima dell'Iva evasa attraverso l'utilizzo "discrezionale delle aliquote", per esempio acquistando lo stesso bene con un'aliquota e cedendolo con un'altra.
Tra le soluzioni proposte nello studio, si parla di applicare un'aliquota unica, sostituendo quelle attuali (4, 10 e 22 a seconda i beni) anche se ciò è complicato nel nostro Paese, ma un'aliquota ordinaria negli scambi intermedi potrebbe evitare l'evasione in questo ciclo di vita dell'imposta, prevedere l'introduzione dello scontrino telematico e mettere in comunicazione le "casse" dei negozianti direttamente con l'erario e introitare oltre 6 miliardi in più.
E poi ci sono l'introduzione del pagamento con carta elettronica delle prestazioni professionali, la fatturazione telematica e far sparire tutte le fasi intermedie di versamento dell'Iva e pagare l'Iva all'ultimo anello della catena. Quest'ultima misura potrebbe valere circa 17,4mld di maggior gettito, 13,9 miliardi se applicato al solo settore del commercio, secondo quanto si legge nello studio proposto dal Nens.
Per gli autori dello studio, che è una proposta di riforma del regime Iva, la lotta all'evasione si fa con l'innovazione e strumenti più tecnici e meno persecutori per "fare emergere spontaneamente la base imponibile occulta intervenendo sui meccanismi dell'imposizione e ottenere la riduzione della pressione fiscale".