In tempo di crisi aumenta in Italia il giro d'affari della compravendita di oggetti di "seconda mano". Dagli annunci online ai mercatini per strada, fino ai franchising dell'usato è boom di chi vende ed acquista beni ed oggetti non nuovi. E se è vero, come è vero, che l'acquisto dell'usato è una pratica diffusa, da sempre, tra gli amanti del vintage e tra chi cerca "affari" in mezzo a monili e mobili d'epoca è altrettanto vero che "la pratica" virtuosa del riuso coinvolge, oggi, anche chi lo fa per necessità. Magari acquistando prodotti tecnologici inavvicinabili a prezzo pieno.

Basti pensare che ad ogni nuova uscita di un prodotto Apple, come accaduto con l'ultimo iPhone 6, i siti specializzati nella compravendita di usato si riempiono di modelli di smartphone o phablet con non più di un anno di vita, che possono essere comprati a meno della metà rispetto al prezzo originario, senza che la naturale obsolescenza ne pregiudichi le funzioni che occorrono all'utente medio (navigazione, condivisione di contenuti sui social network, servizi di messaggistica).

Una recente inchiesta Doxa ha dimostrato che con la crisi il volume d'affari del "second hand" ha subito un'impennata, soprattutto per le transazioni che hanno avuto luogo sui portali specializzati (Subito.it, Kijiji, Ebay) con un giro di affari stimato intorno ai 18 miliardi di euro.

Se il risparmio è uno dei motivi degli acquisti di usato "tecnologico", la ricerca della particolarità, dell'unicità, della caratterizzazione e della filosofia del riuso, sono invece alla base degli acquisti nel settore dell'abbigliamento e dell'arredamento.

Non solo l'occhio al portafogli, dunque, muove l'acquisto al mercato di "seconda mano" ma anche la consapevolezza e la volontà di un modello di sviluppo socioeconomico diverso, che non sia improntato al compulsivo "usa e getta".

Comportamenti virtuosi incentivati dall'uso delle nuove tecnologie mobili, che prevedono lo sviluppo ed il download di applicazioni che avvicinano la domanda e l'offerta di merci usate (e/o uniche) a basso costo. "Compro quello che non ti serve", ne guadagna il portafogli ed anche l'ambiente.