Si accentua il calo per le Borse europee nel pomeriggio, dopo che la mattinata non si era aperta nel migliore dei modi con il FTSE MIB di Milano che fa segnare un eloquente -2,97% portandosi sotto di 23mila punti, maglia nera in Europa, anche se gli altri listini con una media del -2,3% non hanno di certo motivo di sorridere. La forte ondata di vendite sul mercato cinese ha condizionato e trascinato in basso gli altri listini, con l'Europa tornata a faticare dopo alcune settimane di recupero. L'indice di Shanghai ha chiuso con un calo dell'8,48%, il peggior dato registrato dalla borsa asiatica dal 2007.
Il tracollo non ha risparmiato neanche la piazza di Shenzhen con l'indice in calo del 7%, mentre Hong Kong limita i danni, con una perdita del 3%, tutto sommato contenuta.
L'inatteso crollo della borsa cinese è giunto dopo alcune settimane di calma apparente, con un recupero di oltre il 16% nelle ultime tre settimane che non lasciava presagire il crollo degli ultimi giorni. Secondo gli analisti, ad incidere negativamente sul pesante passivo cinese, potrebbero essere i timori degli investitori, che temono la presenza di una bolla speculativa in atto, dovuta anche al fatto che i dati positivi delle ultime settimane fossero stati resi possibili dagli acquisti di entità controllate dallo Stato, e che quindi l'apparente rialzo fosse "drogato" non da un ritrovato entusiasmo degli investitori ma da cause esterne.
Esemplare il caso del fondo China Securities Financial Corp che avrebbe effettuato massicci investimenti sul mercato, determinando i rialzi degli ultimi 20 giorni.