Mentre l'Occidente, inclusi gli Stati Uniti, si spendono per il caso greco, gli altri Stati che contano stanno a guardare, ma si muovono per conto loro. Il quadro geopolitico alternativo a Ue e Usa si riorganizza intorno al nuovo matrimonio Russia - Cina, ancora d'intesa ma non d'amore.
Così, il 9 luglio a Ufa (in Baschiria) si sono ritrovati allo stesso tavolo i Paesi Brics (Brasile, India, Cina e Sudafrica) e quelli Sco (organizzazione per la cooperazione di Shangai). La scelta di Ufa, nella parte europea della federazione russa, è interlocutoria: un monito all'Europa affinchè consideri che il baricentro geopolitico si sposta verso gli Urali.
Temi del meeting sono stati la creazione di una Banca per lo Sviluppo alternativa al Fmi e i piani per la cooperazione industriale e tecnologica, oltre alla politica estera (in primis la crisi ucraina) e passaggi sul nucleare.
Il nuovo asse Russia - Cina
La Russia ha, fino a poco tempo fa, corteggiato Tsipras per arrivare a fagocitare la Greciaall'interno del proprio impero. Il gioco di creare un'enclave per condizionare dall'interno l'Europa non è riuscito. La Russia non poteva soddisfare gli appetiti della Grecia, che cercava miliardi e non solo attenzioni. Pertanto, ha scoperto una comunanza d'intenti con la vicina di casa, la Cina, e gli altri Paesi emergenti.
Il vero collante della nuova alleanza a trazione russo-cinese è in realtà lo stato di impasse comune. La Russia annaspa, le tacche della crescita non saliranno neppure quest'anno. La Cina nelle ultime settimane soffre per i collassi della borsa di Shangai che nelle ultime due settimane ha lasciato il 30%, e sente il pericolo di perdere il secondo posto nella classifica delle potenze economiche. E nella nuova officina si lavora per integrare nel nuovo asse altri Paesi strategici come Pakistan, Iran e Turchia, realizzando così uno schieramento che possa fare muso duro contro l'alleanza transatlantica. Risalta che l'area geopolitica inclusa non è più limitata ai Paesi del Patto di Varsavia, ma ha una topografia multipolare.
I punti di vicinanza tra gli alleati
Se il mezzo che gli Usa sfruttano per condizionare la politica di altri Paesi senza intervenire direttamente è il Fondo Monetario, riconosciuto come lo strumento di Washington, dall'altra parte Mosca e Pechino scelgono il canale dell'Onu, dove fanno fronte comune su temi caldi come la questione della Siria, Corea e Iran.
Xi Jiping ha dato il suo placet alle mire della Russia nell'Europa orientale. In cambio, Putin non mette becco nelle 'faccende' del vicino. La fedina del patto di 'reciproca vantaggiosa neutralità', come l'ha definita il politologo Dmitro Trenin, è rappresentata dai tubi di gas e petrolio. Mosca, ormai, scambia il petrolio con lo yuan e non più con il dollaro, mossa per abbattere l'egemonia della moneta americana.
Si progetta anche la creazione di un'agenzia di rating russo-cinese, la Universal Credit Rating Group (UCRG). E Mosca, per cementare l'alleanza, ha digerito anche il carico di migranti, legali e non, che la Cina butta nell'estremo oriente russo. Solo una risoluzione favorevole alla Russia sulla questione ucraina potrebbe sancire il divorzio tra le due potenze.