La Cina la prima grande potenza economica mondiale in questi giorni sarebbe la vera fonte di preoccupazione per l'economia mondiale, non le piccole vicende di grexit con poche centinaia di miliardi di euro in ballo nell'eventuale default greco, ma le migliaia di miliardi di dollari in ballo nella crisi borsistica finanziaria della Cina, che in poco tempo ha visto "bruciare" nelle borse mondiali oltre 3mila miliardi di dollari. Quindi un terremoto che potrebbe far franare la finanza mondiale e far sembrare la crisi greca un problema di poco conto.
La borsa di Shangai in un solo giorno ha perso l'8% e solo nell'ultimo mese ha bruciato il 32% del suo valore, circa 2500miliardi di dollari, undici volte il PIL della Grecia.
Una crisi dagli occhi a mandorla che somiglia a quella di Wall Street del 1929 secondo alcuni e ancor di più a quella americana del 2008. A causare il crack di Shangai sarebbe proprio una bolla finanziaria dovuta al fatto che la borsa cinese viaggiava a ritmi da capogiro, mentre l'economia reale del Paese ha iniziato ad invertirsi, con il PIL in riduzione al 6,8%, l'occupazione in frenata, la crescita interna che rallenta, così l'euforia sui listini ha presto lasciato spazio ai timori e in questi giorni al panico.
I rischi a livello mondiale e le colpe di questa speculazione finanziaria
Ci si chiede di conseguenza cosa potrebbe succedere in Europa ed in Italia. Il nostro Paese non è tra le primissime Nazioni per l'interscambio con la Cina, è solo il quindicesimo partner commerciale, ma le nostre aziende presenti nella Nazione del sol levante sono circa 2mila.
In Cina i settori di punta del made in italy sono il lusso e le auto. L'impatto potrebbe farsi sentire limitatamente per i nostri investitori sul mercato cinese, mentre molto più gravi potrebbero essere gli effetti per la Germania, che è il Paese europeo più esposto con investimenti che valgono miliardi di dollari, altro che Grecia.
Il Governo cinese è intervenuto ieri per frenare la caduta del mercato di Shangai, che stava rapidamente contagiando le altre piazze mondiali, ma agli occhi del mondo questo è un segnale preoccupante per la salute della locomotiva cinese. Per qualcuno i responsabili della frenata economica hanno già un nome: Stati Uniti d'America, lo scrive il China Financial News, secondo cui gli operatori americani hanno fatto prima schizzare i titoli in alto, per poi liquidarli improvvisamente con l'obiettivo di boicottare la crescita del Paese, sapendo bene che una sostanziosa parte del debito statunitense è proprio in mani cinesi.