L'indice di Shangai è sceso a 2.964,97 punti, sotto la simbolica cifra dei 3.000 punti. Anche l'indice del mercato tecnologico, il ChiNext, e sceso del 7,52% e si teme l'effetto domino in Europa. Cifre allarmanti che fanno temere agli investitori una disfatta del mercato cinese peggiore di quella di luglio,quandole azioniperseroun valore del 30% dopo i picchi favorevoli raggiunti a giugno.In questi ultimi giorni, la banca centrale della Cina ha adottato diverse misure per sostenere la sua economia, tra cui: tagli multipli ai tassi d'interesse e la svalutazione dello Yuan in questo mese di agosto.

Per ultimo, la scorsa domenica, il Governo ha reimpiegato i fondi pensione sul mercato azionario, sperando di far risalire il valore delle azioni.

Le possibili soluzioni

Gli analisti economici, però, sostengono che le autorità cinesi iniziano ad essere a corto di idee per evitare un crollo definitivo della borsa. Effettivamente, sono poche le opzioni a disposizione del Governo di Pechino, la più banale sarebbe quella di abbassare le tasse dei cittadini fin da ora, perché questa crisi potrebbe portare nei prossimimesi un fortissimo aumento dell'inflazione e del relativo costo della vita per la popolazione cinese, ma se il mercato continuerà a perdere, l'unica cosa da fare nei prossimi giorni sarà quella disospendere momentaneamente le contrattazioni, chiudendo la Borsa di Shangai.

La Cina si trova per la prima volta in una situazione del genere e stupisce la velocità di questo declino economico e le proporzioni che esso può rappresentare per l'economia mondiale.

Gli investitori fuggono

Naturalmente, le ripercussioni di questa crisi cinese si riscontrano anche in altri mercati, come quello giapponese, dove stamanel'indice Nikkei ha perso quasi il 4%, scendendo sotto i 18.000 punti, prima volta negli ultimi sei mesi.

Si spera chele borse asiatiche a picco non vengano seguite a ruota dall'Europa. Gli investitori, in Cina, sono sempre più scoraggiati e non credono che il Governo sarà in grado di sostenere in qualche modo l'improvviso rallentamento della crescita della seconda più grande economia del pianeta. Molti investitori stanno spostando i loro investimenti verso altri mercati all'estero, come Stati Uniti, Sudamerica, India e Australia.