L'euro ha toccato il minimo da 6 mesi e mezzo contro lo yen e contro il dollaro americano nel corso delle prime ore di trading di oggi, dopo gli attacchi mortali di Parigi che hanno aggiunto nuova cautela attorno alla moneta comune.
Il punto fondamentale è che la nostra moneta era già sotto pressione a causa delle aspettative che la Banca centrale europea potrebbe intensificare l’allentamento monetario il prossimo mese, eventualmente tagliando i tassi di interesse a livelli negativi. È ancora tutto da decidere in realtà, ma sono in molti a scommettere che la decisione di Draghi sarà in quella direzione.
In apertura la moneta unicaè scesa dello 0,5 per cento contro il dollaro toccando quota $ 1,0710 e muovendosi a grandi passi verso il minimo della scorsa settimana a $ 1,0674.
Gli attacchi di Parigi sono negativi per il sentiment degli investitori in Europa
In questo momento non è ancora chiaro quale impatto gli attacchi di Parigi potranno avere sui consumi e sull'economia della Francia. Il rischio geopolitico è accentuato e il Paese transalpino sta già prendendo contromisure che, si pensa, potrebbero avere delle implicazioni negative sulla moneta comune. Anche contro la sterlina,infatti, l'euro è stato in calo, toccando un minimo di tre mesi a 0,70245 pence.
A tutto questo si aggiunge anche unsentiment di rischio più debolea causa dei cali dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime.
Tutto questo ha contribuito a spingere verso l'alto lo yen che, essendo una valuta “rifugio sicuro”, tende ad essere acquistata dopo notizie negative, sia economiche che non. La valuta nipponicaha mostrato anche una risposta in sordina ai dati del Paese orientale che hanno mostrato come il PIL del Giappone sia scivolato più del previsto nel trimestre luglio-settembre e che hanno fatto registrare il secondo trimestre consecutivo di contrazione economica.
Il dollaro australiano, spesso venduto in momenti di stress di mercato, ha invece perso solo lo 0,1 per cento contro il dollaro americano, attestandosi a $ 0,7110. Il trading sulle valute è leggermente più debole, in termini di quantità, rispetto ai livelli di chiusura di venerdì, il che è la risposta che ci si aspettava dato che oggi gli investitori staranno prevalentemente sulla difensiva.
Federal Reserve, ancora possibile un aumento dei tassi
Nonostante i deboli dati di vendita al dettaglio degli Stati Uniti che sono stati pubblicati venerdì, la Federal Reserve potrebbe ancora essere favorevole all’aumento dei tassi di interesse il mese prossimo, in contrasto con la BCE che sta cercando di iniettare più stimoli sul mercato. Il presidente della Banca centrale Europea Mario Draghi e il membro del Consiglio Vitor Constancio dovrebbero parlare, in occasione di eventi separati, oggi, e le loro parole saranno tenute in grande considerazione dagli economisti.