C'è il rischio di un prossimo eventuale default di 16 Istituti commissariati da Banca Italia, che raccolgono il denaro di chi ha investito una vita e che potrebbe vederselo confiscato per salvarle. Mancano appena 20 giorni a quello che paventano i giornali sul web, che ricordano con allarmanti dichiarazioni il prossimo sottostare ad una direttiva europea, a cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dato pieno consenso per il prelievo forzoso dei nostri risparmi. A 25 giorni dall'ingresso di questa norma, come una premonizione a quello che sarebbe potuto accadere, quattro banche: Cari Etruria, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche, hanno dichiarato bancarotta prima dell'ingresso in vigore delbail-in,la legge che permetterà alle banche di appropriarsi dei risparmi degli azionisti, degli obbligazionisti e in seguito dei correntistiche hanno più di 100mila euro, e a questo punto ci si chiede: chi ha pagato insiemeagli azionisti per salvarle?

Realtà e prospettive future

Il vero rischio di fallimento lo avranno, non gli azionisti che sanno i rischi che corrono, ma i piccoli risparmiatori che hanno investito in obbligazioni subordinate e che non possono sottrarsi a possibili nefasti eventi. Questi investono in buona fede su prodotti venduti da dipendenti "sleali", che assicurano garanzie totali, omettendo i rischi dell'operazione e la partecipazione di altre banche in questi investimenti, e non ne saprà mai niente finché, al momento del crack bancario si ritroverà improvvisamente "in mutande".

La lista di queste banche, oggi commissariate da Banca d'Italia, sono tante, a partire da Banca Popolare dell'Etruria, delle Marche, Brutia, di Cascina, Popolare dell'Etna, delle province calabre, Credito trevigiano, BCC di terra d'Otranto, BCC Irpinia, BCC banca Padovana, BCC banca Romagna Coop, Cassa di risparmio di Ferrara, di Loreto, di Chieti, Cassa rurale di Folgaria e Istituto per il credito sportivo.

Con questa lista la possibilità di avere in mano del "marcio" potrebbe essere più reale di quanto ci si possa aspettare, quindi un'indagine su quello che abbiamo acquistato sarebbe da fare considerando che le regole del "bail-in", in vigore dal prossimo anno, dicono che chi dovrà pagare in futuro "la ristrutturazione" della banca, sarà il correntista con più di 100mila euro di capitali.

A questo s'aggiunge la beffa dell'esclusione del fondo garanzia che non prevede il salvataggio dei risparmi inferiori a questa "misera" cifra.

È accaduto alle nostre spalle

Si è venduto e si è comprato, omettendo i rischi delle false opportunità che la vendita di certe azioni, obbligazioni o quant'altro avrebbero potuto portare.

Così tornano le "bolle" dei tempi passati in cui si è dichiarato il fallimento che ha portato la nuova crisi economica a livelli più alti, riesumando il ricordo del settembre 2008 che portò a Wall Street la morte della Lehman Brothers e il suicidio di molti risparmiatori. Questo vuol dire che l'impegno preso in quegli anni, sotto il nome di "mai più una finanza tossica", sembrerebbe essere scomparso, affondandone la promessa e il valore.

In seguito a quest'ultimo colpo di scena, ci s'interroga sul suicidio di Luigino D'Angelo che a soli 68 anni, dopo una vita di lavoro, era riuscito a mettere da parte un po dei suoi guadagni, bruciati in un attimo a causa di qualche oscura motivazione. Si spera che dopo questa tragedia non ce ne siano altre simili, mentrele associazioni dei consumatori hanno chiesto un'indagine per istigazione al suicidio e per verificare se il decreto salvabanche sia in linea con le norme penali e la Costituzione.

E mentre stiamo in attesa dell'evoluzione che avrà questo nuovo caso di "Malabanche", potremo cercare di nascondere i nostri risparmi in qualche pertugio nascosto della nostra casa, o in qualche luogo oscuro intorno al giardino circostante.