Mentre al cinema non ha vinto (e forse nemmeno pareggiato) il 3D spera di poter sfondare nel settore dei giochi, dove la tecnologia più avanzata trova sempre spazio. Va ancora oltre il casinò virtuale di Slotsmillion, una vera e propria realtà virtuale che si può apprezzare con l’apposito visore, grazie al quale non ci si limita a vedere sullo schermo del proprio computer o tablet delle slot machine (magari con effetti tridimensionali), ma ci si può muovere come se ci si trovasse nella hall di un casinò, avere la sensazione di camminare sulla moquette, passare attraverso le macchine e avvicinarsi a quella che si vuol provare.
«Abbiamo sviluppato una nostra piattaforma di realtà virtuale con protocollo 3D che supporta il visore Oculus» ha detto Alexandre Tomic in un'intervista su Totoguida Scommesse «ma sappiamo benissimo che non sono tanti ad avere questo strumento. Per quello sul nostro sito si può comunque giocare anche senza occhiali particolari, e in questo caso le immagini si vedranno in 3D». Alea sarà presente alla Lac, così come è stata già presente alla precedente edizione dell’Affiliate conference, a Berlino.
Perché investire nella realtà virtuale
Perché investire in una tecnologia, come la realtà virtuale, sapendo che sono in pochi a possedere i visori per utilizzarla? Secondo Tomic, già dalla metà di quest’anno saranno stati venduti un numero di Oculus sufficiente ad avere una massa critica di giocatori.
E l’esperienza di gioco in realtà virtuale è talmente coinvolgente che, nonostante sia macchinoso, basterà provarla una volta per non volerla più abbandonare. Naturalmente, per indovinare cosa piacerà al pubblico da qui a qualche anno ci vorrebbe la proverbiale sfera di cristallo, ma è stato chiesto a un giornalista specializzato cosa pensa di questa prospettiva a così breve termine.
Lorenzo Invernizzi, del sito Casinotop10.it, non è così fiducioso nello sviluppo di questa tecnologia: «Non si tratta di una novità tecnologica assoluta - dice - anche se solo da qualche tempo i caschi per fare un’esperienza di realtà virtuale, che in gergo si chiamano “head-mounted”, hanno prezzi relativamente abbordabili. E non si tratta solo di un ritardo dell’Italia, anche sui mercati più innovativi, dagli Usa al Regno Unito, è ancora un mercato di nicchia e nessuno prevede uno sviluppo così rapido».