Le assemblee dei soci di #Banco Popolare e #BPMhanno approvato il progetto di fusione che darà vita al terzo gruppo bancario del paese con oltre 4 milioni di clienti e una presenza particolarmente capillare in Lombardia, Veneto e Piemonte.

Il progetto di aggregazione era stato avviato con la firma di un protocollo d'intesa nel maggio scorso è ha richiesto,su specifica indicazionedalla #BCE, un aumento di capitale da un miliardo per il #Banco Popolare, peraumentare le coperture sui crediti dubbi.

Dopo il Plebiscito al Banco anche #BPMsupera le perplessità

L'assemblea del #Banco Popolare si è conclusa per prima con un plebiscito, peraltro largamente atteso: 23633 voti a favore a fronte di soli 118 voti contrari. Più complessa la situazione a Milano dove i soci pensionati aderenti al Patto per la BPM e quelli dell’Associazione Lisippo erano contrari all’operazione.

Anche per cercare di tranquillizzare gli azionisti potenzialmente contrari, nella giornata di ieri il consiglio di sorveglianza di BPM ha dato il via libera alla creazione della Fondazione Banca Popolare di Milano che dovrebbe tutelarne gli interessi post fusione. Dopo 7 ore di assemblea il risultato finale ha visto 7314 voti a favore e 2731 contrari, con il raggiungimento dei due terzi necessari per questo tipo di risoluzioni.

Nasce Banco - BPM

La nuova società si chiamerà Banco-BP con sede legale a Milano e amministrativa a Verona e costituirà il primo caso di aggregazione tra istituti dopo la legge ha imposto la trasformazione delle banche popolari in SPA. Con 4 milioni di clienti e 2467 sportelli dovrebbe avere una quota di mercato del 8,2%.

Al fine di comporre le diverse anime degli istituti che comporranno il nuovo gruppo oltre a una turnazione delle assemblee che si terrano anche a Lodi e Novara oltre che a Verona e Milano, ci sarà un cda composto da 19 membri con Giuseppe Castagna amministratore delegato, Carlo Fratta Pasini Presidente, Maurizio Faroni direttore generale e Francesco Saviotti presidente del comitato esecutivo.

Gli obiettivi della Fusione

Stando al piano strategico presentato, il nuovo istituto dovrebbe raggiungere un miliardo di utili nel 2019, conseguire sinergie per 460 milioni da ottenersi con la chiusura di 335 filiali e l’uscita volontaria di 1800 dipendenti. Per tenere fede agli impegni presi con la Banca Centrale Europea, lo stock dei crediti deteriorati andrà ridotto da 31,5 a 23,9 Miliardi.

La nuova aggregazione costituisce un primo passo verso un assetto più stabile ed equilibrato del nostro sistema bancario, che per molti versi si presenta ancora molto fragile come dimostrano le preoccupazioni per le possibili conseguenze del #referendum costituzionale.