Niente bancomat o carte di credito, in Italia si ama pagare in contanti. Anche sul fronte delle transazioni elettroniche siamo indietro rispetto al resto d'Europa che sembra più incline al "portafogli vuoto": se l'Olanda tiene testa alla classifica registrando meno della metà dei pagamenti in contanti, l'Italia invece conta un buon 83% di transazioni ancora saldamente in contanti.
Incentivi e sgravi per i pagamenti contactless
Nulla sembra essere cambiato quindi, nonostante i diversi interventi per incentivare gli italiani all'uso limitato della moneta.
La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto l'obbligo, da parte dei commercianti, di accettare micropagamenti con bancomat o carte di credito sopra i 5 euro, imponendo inoltreun tetto limitealle commissioni interbancarie di un massimo dello 0,3% del valore dell'operazione.
Lo studio della Bbc sui pagamenti contactless
Sono i Paesi Bassi lo stato europeo che utilizza meno contanti: nel 2015 le transazioni elettroniche hanno superato i pagamenti in contanti. Potrebbe essere questione di mentalità? I cittadini del Nord Europa considerano i pagamenti elettronici più sicuri e anche più igienici (avete mai pensato a quanti batteri si annidano sulla carta e sulla moneta? Molti studi scientifici lo dimostrano).
La Svezia conta una media di oltre 400 pagamenti annuali pro capite eseguiti senza contante mentre la Gran Bretagna vanta il record di fatturato attraverso l'e-commerce.
In Italia gli acquisti senza contante sono 80 pro capite all'anno: secondo Bankitalial'83% delle transazioni viene eseguito in contante rispetto ad una media europea del 65%.
Siamo avanti solo a Bulgaria, Grecia e Romania.
Secondo l'Abi, sono cento milioni le carte di credito in circolazione sul territorio nazionale, le ultime tecnologie cashless avanzano così come il web commerce e il mobile banking, che assecondano l'innata pigrizia italica grazie all'opportunità di sbrigare acquisti, pagamenti e commissioni bancarie comodamente seduti dalla poltrona di casa.
Che cosa ci ostacola ancora?