Sembrano arrivare buone notizie sul fronte economico italiano, pur se ancora in maniera non del tutto accentuata. Secondo i recenti dati di Bankitalia, nel mese di settembre il debito pubblico si è rivelato in calo, attestandosi a circa 2.213 miliardi di euro, traducibile in -12 miliardi rispetto al mese precedente. Le entrate tributarie, sono salite a 32 miliardi, mentre è sceso il portafoglio di titoli di stato in mano ai vari investitori stranieri. La diminuzione, di circa 25 miliardi, delle disponibilità liquide del Tesoro, unito all'effetto globale di premi e scarti, a emissione e rimborso, e alla rivalutazione dei titoli indicizzati al fenomeno inflazionistico, sono riusciti a più che compensare il fabbisogno pari a quasi 15 miliardi.
Una notizia complessivamente soddisfacente, secondo quanto riportato nel documento analizzato da BankItalia.
Andamento economico italiano
L'andamento di settembre deve essere letto in parallelo, ovvero sulla medesima lunghezza d'onda di quello del mese di agosto, nel quale l'indebitamento generale ha fatto registrare una diminuzione di circa 31 miliardi a quota 2.250 miliardi di euro. Unica tipologia di debito che risulta essere in controtendenza rispetto agli altri dati è quella relativa alle amministrazioni locali (+0,4 miliardi). Di quasi 13 miliardi, invece, la diminuzione del debito delle amministrazioni centrali nel mese di settembre.
Quote titoli e investitori esteri: dati emblematici
I calcoli Reuters sui dati Bankitalia mostrano che la quota dei titoli del debito pubblico italiano in mano agli investitori stranieri è passata dal 37,3% di luglio al 36,8%, comprendendo in tale statistica anche gli investitori di tipo domestico che hanno titoli tramite soggetti non residenti e banche centrali di altri paesi.
Al netto di essi, la quota risulta scendere al 28,8% del dato complessivo. Una differenza che gli esperti del settore imputano in parte ai governativi in mano a Bce nonché a quelli in possesso dei fondi esteri collegati a investitori italiani.