I social network fanno ormai parte della quotidianità di molte persone che, per rimanere in contatto con i propri conoscenti o per passatempo, vi accedono anche più volte al giorno. Nel corso degli anni queste piazze virtuali hanno saputo dimostrare la loro potenza sia in maniera positiva che negativa. È risaputo infatti che all'interno di una rete sociale possono nascondersi molti pericoli, non solo per quanto riguarda truffe, bufale o persone malintenzionate, ma anche per il fatto che per divenire popolari nella cerchia dei propri amici, alcuni arrivano a fare anche cose molto pericolose.

Un fatto inquietante è accaduto solo pochi giorni fa ad un tredicenne di Napoli che, per un 'like', ha rischiato di morire.

Cosa è accaduto

Forse per noia o forse per godere di un poco di notorietà, sabato scorso il ragazzino, in compagnia del cuginetto di 9 anni, ha deciso di postare sul suo profilo di Facebook la propria morte in diretta. Così ha pensato di stringersi al collo la cintura di un accappatoio, di legarla alla maniglia di una porta e di lasciarsi cadere a terra. In pochi istanti il giovane ha perso conoscenza ed ha assunto un colorito cianotico, per fortuna il cugino ha subito capito la gravità della situazione ed ha allertato la madre che in quel momento si trovava nella stanza a fianco.

La donna con grande lucidità ha rimosso immediatamente la cintura, ha praticato la respirazione artificiale ed ha chiamato l'ambulanza, che ha trasportato il tredicenne in ospedale, dove i medici sono riusciti a salvargli la vita.

La reazione della famiglia

Dopo due giorni di coma il giovane si è svegliato e parla normalmente, sembra infatti non avere riportato danni al cervello, così tra lacrime e felicità i suoi genitori non riescono ancora a credere che lo stavano per perdere.

Il padre racconta che è un ragazzino come tanti, frequenta la scuola, gioca a calcetto, ama giocare con la Playstation e, solitamente, non è attratto dai computer e dai social network. L'uomo afferma che il figlio voleva fare uno stupido scherzo ai propri compagni e non sa proprio cosa possa essergli passato per la testa quella sera.