Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, ha espresso un'indicazione molto chiara in merito alla possibilità di ulteriori interventi da parte del Fondo Atlante nel capitale delle due popolari venete: i fondi versati fino ad oggi, per un totale complessivo di circa 3,5 miliardi costituiscono il massimo che si poteva fare. Non è tuttavia esclusa la possibilità di un acquisto di NPL.

La precisazione arriva dopo che i due istituti avevano risposto in modo congiunto alle richieste della BCE in merito all'articolazione dei piani industriali redatti in modo separato per espressa richiesta del regolatore: allo stato l'unica strada percorribile appare la fusione, con successiva ricapitalizzazione precauzionale da parte dello stato, il tutto subordinatamente al raggiungimento di un accordo transattivo con gli azionisti.

Un equilibrio delicato

Le esternazioni di Intesa, principale contributore al fondo atlante insieme ad Unicredit, con un versamento di 845 milioni, arrivano a complicare una situazione già alquanto delicata. Come nel caso di Montepaschi, per riuscire a portare a termine la ricapitalizzazione precauzionale, è necessario riuscire a conciliare le istanze contrapposte del servizio di vigilanza della BCE e della direzione generale sulla concorrenza della commissione UE.

La banca centrale è fondamentalmente interessata a verificare l'adeguatezza patrimoniale dell'istituto derivante dalla fusione, mentre la DG ha il compito di verificare il rispetto della normativa sugli aiuti di stato. Nelle risposte inviate singolarmente da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza alla BCE è stato indicato un fabbisogno complessivo di circa 5 miliardi da valutarsi con riferimento al progetto di fusione in essere.

Le sfida dell'OPT

Allo stato, la principale incognita appare l'entità delle adesioni all'offerta pubblica di transazione nei confronti dei soci storici, sulla base delle manifestazioni d'interesse, dovrebbero attestarsi intorno al 60%. All'esito di una valutazione analitica del rischio contenzioso che residua al termine dell'offerta sarà possibile stabilire in che misura occorrerà effettuare accantonamenti di bilancio e di conseguenza quale sarà l'impatto per il piano industriale ed il processo di ricapitalizzazione.