Dopo la canadese DBRS, l'agenzia internazionale Fitch abbassa il rating italiano da "BBB+" a "BBB", portando il merito creditizio a soli due gradini dal giudizio Junk, titoli spazzatura prede della speculazione. Atteso, anche nei termini, il declassamento dopo che solo ieri il Fondo Monetario Internazionale aveva esortato l'Italia ad agire "presto" per risolvere il problema dei non performing loans (NPL). Chiare anche le motivazioni che hanno prodotto un risultato non positivo per la nostra economia.
Instabilità politica
La debole crescita economica, la mancata riduzione dell'elevato livello del debito pubblico si affiancano ad un "aumento del rischio politico" come si legge nella nota di Fitch.
Si sottolinea l'instabilità politica e la non chiara situazione elettorale: "i rischi politici sono aumentati dal precedente rating. I sondaggi attuali indicano un ulteriore crollo del sostegno per i partiti più centrali e per un paesaggio politico frammentato che potrebbe portare ad un governo delle minoranze. I rischi di governo debole o instabile sono aumentati, così come la possibilità di partiti populisti ed euroscettici che influenzano la politica. Un maggiore populismo può sminuire l'appetito politico per le riforme, aumentare la pressione per lo svuotamento fiscale e pesare sul sentimento degli investitori". Continua la nota sottolineando che "Il voto "No" del 59% nel referendum di riforma costituzionale di dicembre ha lasciato un governo provvisorio indebolito e meno capace di attuare nuove politiche".
Settore bancario
Risulta evidente anche per l'agenzia di rating, una crescente debolezza delle banche italiane. "La debolezza del settore bancario aumenta i rischi negativi per l'economia e le finanze pubbliche, sono in fase di pianificazione le ricapitalizzazioni per tre banche. Il ricorso al Fondo di ricapitalizzazione previsto da un importo di 20 miliardi di euro (1,2% del PIL) avrebbe un impatto negativo sulle finanze pubbliche nel 2017.
Il Monte Paschi di Siena dovrebbe attirare 6,6 miliardi di euro (fatturato pari a 2,2 miliardi di euro) rispetto ai 5 miliardi di euro che non ha ottenuto privatamente".
Crescita debole
Fattore determinante per il declassamento è la debole crescita. Fitch prevede che "il PIL crescerà dello 0,9% nel 2017, lo stesso tasso dello scorso anno e l'1,0% nel 2018" inoltre "la crescita dei consumi dovrebbe essere moderata dall'1,3% nel 2016 allo 0,9% sia nel 2017 che nel 2018, in considerazione del continuo mantenimento dei salari nominali e dell'inflazione più elevata".