Non si ferma la riforma del sistema pensionistico italiano, proprio ieri il consiglio di stato ha formulato dei rilievi al testo del DPCM riguardo i possibili anticipi pensionistici. Paolo Gentiloni ha voluto con grande vigore questa riforma che porterebbe l'Italia ed il suo sistema pensionistico al passo con i paesi europei.

Torniamo alle modifiche suggerite dal Consiglio di stato: i giudici, valutando il profilo di legittimità della riforma, hanno suggerito al governo di riconoscere la retroattività della stessa, consentendo cosi ai diretti interessati di poter beneficiare del trattamento previsto nella legge di bilancio, quindi dal primo maggio.

Questo a causa del fatto che il nuovo regolamento sull'Ape entrerà comunque in vigore dopo quella data. Quando l'inps pagherà la pensione?

Sempre su richiesta del Consiglio di Stato e per difendere l'interesse dei lavoratori, si invita il governo a spostare i termini per presentare l'istanza al 31 luglio di quest'anno. Il ritardo accumulato di oltre due mesi con il quale è stato emanato questo regolamento, rende praticamente impossibile presentare le domande entro la data fissata del 30 giugno.

Secondo i giudici potrebbe servire una modifica alla riforma Ape che consenta cosi di accedervi anche ai soggetti che non hanno conseguito alcuna disoccupazione e che si trovino da almeno 3 mesi inoccupati.

Altre modifiche suggerite dal consiglio di stato riguardano alleggerire gli oneri per i cittadini, i quali potranno produrre un'autocertificazione per accedere all'Ape. C'è poi una ipotetica decadenza del diritto all'Ape in caso di superamento del reddito minimo. I giudici hanno consigliato che in caso si superi il limite annuo di reddito, l'ape possa diventare cosi indebita solo per la soglia eccedente il reddito minimo percepito.

In caso si percepissero 8200 euro da dipendente, bisognerà restituire solo 200 euro.

La riforma dell'Ape sociale riguarda praticamente un reddito che sarà calcolato in base al valore della pensione che il dipendente avrà maturato al momento della richiesta. Ovviamente questo "bonus" verrà riconosciuto soltanto a poche categorie di lavoratori, invalidi, persone che assistono familiari con handicap, lavoratori disoccupati senza ammortizzatori sociali. Tutto questo riguarderà i lavoratori che abbiano compiuto almeno 63 anni d'età e abbiano versato 30 anni di contributi. Vediamo le pensioni precoci e anticipate chi riguarderanno.