La Bce, decide di andare avanti nella sua politica di Quantitative Easing. L'obiettivo del prolungamento di questo programma è portare l'inflazione al 2%. Oggi l'inflazione è intorno all'1,3%, troppo poco per la Banca Centrale. Le conseguenze di tale scelta sono importanti per l'Italia, perché l'acquisto di debito pubblico da parte della BCE consente di mantenere i tassi di interessi bassi sul nostro debito, consentendo un risparmio nell'ordine di una decina di miliardi di euro l'anno.

Noi sappiamo con certezza che una politica monetaria accomodante non durerà in eterno, e i segnali di ripresa economica nell'area Ue, causeranno un cambio di impostazione nei prossimi mesi.

Cosa accadrà all'Italia? La previsione è fosca, perché nel corso del mandato del presidente Draghi, il debito pubblico è aumentato, e la produttività del Paese è rimasta bassa. Nonostante alcune scelte ottime, per esempio il programma Industria 4.0, che sta dando buone risposte, la situazione del Paese mostra fragilità drammatiche. In particolare al Sud. I settori che hanno visto migliorare le performance sono quelli già strutturati, come l'agricoltura nel nord est che ha sopperito alla chiusura di fabbriche manifatturiere, il turismo che ha approfittato di uno scenario mediterraneo drammatico: i turisti che fino a qualche anno fa inondavano le spiaggie di Tunisia, Egitto e Turchia, a causa di problemi politici e soprattutto del terrorismo, hanno scelto Paesi come l'Italia e la Grecia.

La situazione quindi è difficile e la concreta possibilità che il successore di Draghi sia un esponente della Buba (Bundesbank), potrebbe mettere sotto stress i conti della finanza pubblica italiana. Fintantochè noi non risolveremo i problemi domestici, quelli che riguardano il famoso clup (costo del lavoro per unità prodotta), che è enormemente più basso di quello tedesco, l'Italia ha come unica prospettiva quella di comprare tempo e sperare e pregare che la situazione non cambi troppo in fretta.

L'avvicinarsi delle elezioni politiche con una legge elettorale proporzionale e con un sistema di partiti dove la demagogia e il populismo sono i protagonisti assoluti, mette il nostro Paese in serie difficoltà, basti pensare che gli ultimi argomenti di discussione sono stati: vaccini e abolizione dei vitalizi. Un Paese in difficoltà economica, sociale e culturale, mette in serio rischio la sua e l'intera sopravvivenza dell'Ue. Purtroppo.