Se quest'estate abbiamo commesso un'infrazione al Codice della strada e ci è stata comminata una multa, sopratutto se non c'è stata la contestazione immediata, ma la contravvenzione è stata elevata a seguito del rilevamento effettuato con Autovelox, potrebbe esserci una scappatoia legale per non pagare, in quanto la multa stessa sarebbe nulla.

La motivazione risiede nel fatto che a partire dal 1 agosto 2017, in base al decreto ministeriale infrastrutture n° 282 del 13 giugno 2017, sono state modificate, in senso più vincolante, le regole di taratura dei dispositivi per il controllo elettronico della velocità, quindi sia autovelox che tutor.

Vediamo di capire cosa prevedono le nuove disposizioni e come, eventualmente, fare ricorso per evitare di pagare una multa illegittima.

Le nuove disposizioni del decreto ministeriale

Diciamo, innanzitutto, che le disposizioni del decreto sono leggermente differenti a seconda che si tratti di autovelox mobili, fissi o di tutor. Quello che interessa maggiormente in questa sede è il mutamento delle disposizioni inerenti gli autovelox mobili. È nello specifico, ciò che potrebbe consentire di evitare il pagamento della multa, in quanto nulla, è la disposizione del decreto ministeriale che ha modificato l'intervallo di velocità all'interno del quale vanno eseguite le prove tecniche di taratura dei dispositivi autovelox.

Non ci riferiamo solo alla prima taratura, che viene effettuata sempre quando un nuovo autovelox deve, per cosi dire, prendere servizio. Ma, sopratutto, alle successive tarature periodiche, svolte ad intervalli regolari per verificare lo stato di efficienza del dispositivo. Ebbene, il decreto ministeriale 282 ha elevato le soglie di intervallo di queste prove portandole da un minimo di 30 chilometri ad un massimo di 230 chilometri.

Inoltre, per poter dare parere positivo e validate la prova è necessario, secondo quanto stabilito nel decreto ministeriale, che vengano effettuati dai 50 ai 100 passaggi nell'intervallo di velocità sopra detto. Si aggiunge anche che, per raggiungere i picchi di velocità più elevati in totale sicurezza, queste prove avvengano all'interno di un autodromo.

Fino all'avvento delle nuove disposizioni la prassi era quella di effettuare prove che raggiungevano, in media, la velocità massima di 200 chilometri all'ora. È vi sarebbero forti indizi che tale consuetudine sia continuata anche dopo l'entrata in vigore dei nuovi limiti. Rendendo, di fatto, illegittimi tutti i verbali di contravvenzione basati sulle vecchie disposizioni.

Come fare ricorso

Quindi, chi avesse ricevuto una multa, sopratutto se successiva al 31 luglio 2017, dovrebbe fare richiesta di documentazione probatoria che attesti a che velocità sono state eseguite le prove. Questo, dopo aver verificato la data di immissione in servizio del dispositivo autovelox, presente sul verbale di contravvenzione.

Ricordiamo, per completezza di informazione, che la polizia urbana, di solito, fornirà una copia del certificato di taratura del dispositivo. Ma raramente questo documento ufficiale riporta l'informazione sulla velocità massima a cui si sono svolti i test. Di conseguenza, si potrebbero presentare dei problemi di ordine pratico. Ma questo è quanto.