La fatturazione delle bollette a 28 giorni messa in pratica, negli ultimi mesi, da molte compagnie tra le quali diverse telefoniche come Wind, Tre, Tim, Vodafone ed altre, è stata dichiarata illegittima. Questa tipologia di fatturazione, non più bimestrale, dopo le tante polemiche sollevate in merito al problema ampiamente discusso e contestato dagli utenti interessati, non potrà più essere applicata sulle bollette delle utenze.

Rimborsi delle bollette con fatturazione a 28 giorni

Ad intervenire sul problema della fatturazione a 28 giorni delle bollette sono scese in campo, in un primo momento, le autorità preposte per la garanzie nelle comunicazioni seguita poi anche dal Governo che ha posto il dovuto freno a quella che è stata una vera e propria strategia ingannevole ai danni degli italiani.

Le proteste e le polemiche, sollevate in merito al problema, sono state innumerevoli e, diverse associazioni a tutela dei consumatori, si sono prontamente attivate contro questa anomala e incresciosa situazione messa in atto ai danni degli utenti. La legge di bilancio 2017, ha quindi arrestato la sua pratica dichiarando illegittime le fatturazioni che a partire dal primo maggio 2015 sono state applicate da parte dei tanti gestori a livello nazionale. Secondo le associazioni a tutela del consumatore, le compagnie che hanno applicato questa fatturazione dovranno rimborsare gli utenti con un indennizzo, di tipo forfettario, minimo di 50 euro, somma alla quale dovrà essere aggiunto un 1 euro per ogni giorno di illegittima fatturazione.

Come ottenere il rimborso?

Tutti gli utenti interessati al rimborso in seguito alla fatturazione non idonea a 28 giorni, potranno inviare un apposito reclamo scritto direttamente alla propria compagnia richiedendo quanto dovuto. In alternativa ci si potrà rivolgere ai comitati regionali per le comunicazioni (Co.re.com), enti funzionali all’Agcom, attraverso i quali si potrà tentare una possibile conciliazione tra gli utenti e gli operatori.

Va puntualizzato che tale fatturazione non era vietata ma da adesso in poi lo sarà e quindi la richiesta di pagamento a 28 giorni non potrà essere più tollerata dagli utenti. Il rientro alla fatturazione a 30 giorni anziché a 28 significa, in pratica, una bolletta annua in meno, riducendo a 12 rate mensili contro le 13 della fatturazione a 4 settimane, che era stata introdotta deliberatamente dalle compagnie nel 2015 e che ha comportato per le tasche degli italiani un costo annuo maggiorato di circa l’ 8,5%.