Un emendamento inserito e approvato all'ultimo momento nella Legge di Bilancio 2018 rischia di scatenare una vera e propria guerra commerciale nel settore dei recapiti postali. L'emendamento, con primo firmatario Federico Boccia, infatti, prevede che a partire dal 2019 Poste Italiane abbia la possibilità, all'interno del servizio di recapito universale, di consegnare plichi di peso complessivo pari a 5 kg. Questo rappresenta il doppio rispetto alla soglia attuale che è fissata per legge a 2,5 kg. Ovviamente, dato che i prezzi della convenzione di servizio universale tra Stato italiano e Poste SpA sono prefissati e calmierati ciò rappresenta un indubbio vantaggio competitivo per Poste SpA a danno della concorrenza nel settore dei recapiti.

Ecco perché il rischio di una guerra commerciale è estremamente alto e con conseguenze solo fino ad un certo punto prevedibili. Ma andiamo con ordine e vediamo di capire cosa prevede nel dettaglio la nuova modifica legislativa e quali saranno i possibili vantaggi e svantaggi per la collettività in generale e i clienti in particolare.

L'obiettivo dell'emendamento

Secondo le parole dello stesso Federico Boccia, primo firmatario dell'emendamento, la nuova disposizione di legge dovrebbe rappresentare un vantaggio sopratutto per le piccole realtà del settore dei recapiti e arginare, in qualche modo, lo strapotere di amazon. E' indubbio, comunque, che tale modifica dovrebbe rivitalizzare, e non poco, anche il settore della logistica di Poste italiane presente sul territorio nazionale con quasi 13 mila uffici.

Ma che sia una norma a favore della concorrenza è, quantomeno, incerto.

Le conseguenze sulla concorrenza

Secondo gli esperti, infatti, tale disposizione contrasta fortemente con le regole dell'Antitrust italiana che si basano sulle direttive dell'Unione Europea. D'altra parte, data la prassi adottata da Amazon di subappaltare le consegne dei suoi plichi a corrieri nostrani come DHL, Bartolini o Sda, c'è il rischio concreto che siano i margini di guadagno di questi ultimi a ridursi.

Per di più, dato che nel servizio universale sono già ricompresi i pacchi fino a 20 Kg, l'aggiunta di un'altra tipologia di pacchi all'interno del servizio universale toglie di fatto lavoro ai piccoli operatori privati.

Questi, ovviamente, lamentano di non essere stati interpellati prima di inserire una modifica di tale rilevanza.

Boccia, da parte sua, si difende affermando di aver colto l'ultima occasione possibile per inserirlo. A gioire, comunque, sarà sicuramente Poste italiane che oltre a vedersi allargare il proprio mercato di riferimento dovrà ora sedersi al tavolo col futuro Governo e aprire una trattativa, in cui dovranno essere discussi tutti gli aspetti, sopratutto economici, del nuovo servizio universale.

Le reazioni degli operatori

Dato il malcontento suscitato tra i piccoli operatori privati da questa modifica, non è difficile immaginare che questi possano decidere di fare ricorso all'Antitrust e, forse, ancora più in alto, alla Commissione europea. Tanto più che in questo periodo è in corso la discussione sulla Quarta Direttiva Postale che ha l'obiettivo di liberalizzare completamente il settore.

E non è detto che ne escano sconfitti. Infatti, attualmente, Poste italiane gestisce circa l'85% del mercato e questo emendamento farà crescere ulteriormente la sua quota. Da come finirà questa partita si saprà se gli italiani dovranno pagare di più o meno per farsi arrivare gli acquisti a casa propria.