Paradisi fiscali presenti in ogni zona della Terra, dall'Africa all'Asia, proseguendo per le Americhe. Sono infatti 17 i nomi facenti parte della black list stilata dall'Unione Europea, che ha avuto modo di accertare chi non ha un legislazione limpida in termini di dichiarazioni di guadagni. Di pari passo con i 17, è stata redatta un'altra lista, chiamata "grigia", dove sono presenti alcuni Paesi sott'osservazione. Oltre ai nomi, non si è per adesso parlato di standard ai quali adeguarsi, o nuove sanzioni nei confronti di chi utilizza delle scappatoie fiscali.

Paradisi fiscali: l'elenco stilato cambierà qualcosa?

Prima di vedere nel dettaglio la composizione di tali paradisi fiscali, c'è da precisare che si tratta di una sorta di avvicinamento ad un sistema più trasparente ed equo, cosi come sostenuto dal commissario per gli Affari economici e Finanziari, Pierre Moscovici. Nonostante i Paesi facenti parte della black list potranno continuare ad avere rapporti con le imprese, la stessa Commissione Europea sta cercando di avvertirli di iniziare ad adeguarsi alle giurisdizioni fiscali vigenti, attuando qualsiasi mezzo a disposizione - come la tassazione sui rapporti economici - per scoraggiare il fenomeno, sempre più diffuso negli ultimi anni.

La lista nera ricca di 'sorprese'

La Black list dei paradisi fiscali riserva una serie di sorprese, provenienti direttamente dall'Unione Europea. E' quest'ultima che, come detto, ha infatti stilato la lista nera dei Paesi che hanno dalla loro una legislazione che 'favorisce' l'offuscamento dei guadagni al fisco: ecco chi ne fa parte.

  • Bahrein
  • Barbados
  • Corea del Sud
  • Emirati Arabi Uniti
  • Grenada
  • Guam
  • Isole Marshall
  • Macao
  • Mongolia
  • Namibia
  • Palau
  • Panama
  • Saint Lucia
  • Samoa
  • Samoa Americane
  • Trinidad e Tobago
  • Tunisia

Paradisi fiscali che potrebbero vedere inoltre l'aggiunta di altri Paesi facenti parte dell'Unione Europa, visto che la stessa sta esaminando una serie possibili new entry: fra queste ci sono Bermuda e Svizzera.

In questa lista, come aveva evidenziato qualche settimana fa la confederazione internazionale di organizzazioni no-profit, ovvero l'Oxfam, non sono state inserite Nazioni come Malta, il Lussemburgo, i Paesi Bassi o l'Irlanda, che comunque hanno legami stretti con paradisi fiscali o che posseggono legislazioni simili a quelle presenti nella black list.

Gli esclusi

Unione Europea che ha però deciso di escludere dalla black list i paradisi fiscali presenti nell’arcipelago caraibico. Per via degli uragani che si sono abbattuti a settembre 2017 sono infatti stati esclusi: Antigua e Barbuda, Isole Vergini Britanniche, Saint Kitts e Nevis, Turks e Caicos Islands, Anguilla, Dominica, Bahamas e le Isole Vergini USA.

Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi del caso, con la netta sensazione che le reazioni dei vari Paesi coinvolti saranno numerose, nella speranza però che alla fine possa essere trovata una via congeniale a tutti per combattere tale fenomeno fiscale.