L'Acqua è, forse, il bene primario per eccellenza in quanto, senza di essa, la vita stessa non sarebbe possibile. Non per niente il nostro stesso organismo, dicono gli scienziati, è composto per il 70% di acqua. Purtroppo, però, questi fatti non vengono tenuti, spesso, in debita considerazione. Soprattutto, quando si tratta della gestione anche economica della risorsa stessa. In particolare, nel nostro Paese siamo affetti da un'altissima percentuale di dispersione che, inevitabilmente, si ripercuote sulle nostre tasche. Cerchiamo di capirne i motivi e di vedere, specialmente, cosa fare per ridurre gli sprechi e risparmiare anche qualcosa.

I problemi della rete idrica

L'alta dispersione idrica, superiore in certi casi al 50%, è dovuta, essenzialmente, alla vetustà della nostra rete di distribuzione. Secondo una recente indagine, denominata Water Management Report e redatta dalla Scuola di Management del Politecnico di Milano, su quasi 5 miliardi di metri cubi d'acqua erogata dalla nostra rete nel corso del 2015, ne sono andati dispersi, in media, quasi 2 miliardi di metri cubi. Secondo questo studio una corretta e oculata gestione della risorsa idrica in stretta connessione con le opportune e necessarie opere di manutenzione avrebbe potuto produrre risparmi per circa 370 milioni di euro all'anno.

Cosa fare per risparmiare

Come messo in evidenza dal rapporto del Politecnico di Milano la gestione dell'acqua, in futuro, diventerà sempre più prioritaria.

Anche perché, dal 2015 a oggi, il volume d'acqua, sopratutto acqua dolce, prelevata per i vari usi, non solo agricoli, dal nostro sistema, è aumentato esponenzialmente arrivando fino a quasi 34 miliardi di metri cubi l'anno.

Secondo gli estensori del Water Management Report deve instaurarsi una convergenza di intenti tra tutti i soggetti coinvolti.

Quindi, in primo luogo Autorità per l'Energia Elettrica il Gas e i Servizi Idrici e le compagnie di distribuzione, ma anche consumatori. I primi devono sfruttare le opportunità aperte dalle nuove tecnologie per ridurre le perdite. Questo vuol dire anche effettuare investimenti in tecnologie cosiddette no - dig per, da una parte, ridurre i consumi d'acqua e dall'altra aumentare la profittabilità del loro utilizzo.

I secondi dovrebbero adottare opportuni comportamenti di risparmio. Ad esempio, si potrebbero applicare dei riduttori di flusso ai rubinetti, questi possono consentire risparmi anche del 30%. O optare per la doccia invece che per il classico bagno. O, ancora, utilizzare elettrodomestici di classe A+ ed attivarli solo quando sono a pieno carico. Può essere utile anche innaffiare il giardino esclusivamente di sera. O, ancora, raccogliere e riutilizzare l'acqua dei climatizzatori. E, ovviamente, anche nel nostro piccolo una regolare manutenzione è sempre una buona cosa.