Il 5 febbraio scorso, il dow jones ha registrato il crollo giornaliero più alto della sua storia, con un calo del 6% e più di 1.000 punti perduti. L'indice ha poi recuperato, chiudendo al 4.6%. Un ribasso imputabile a diverse cause, tra cui il balzo verso l'alto del Vix (indice della volatilità), noto agli investitori come "indice della paura".

Passando dal livello 16 al livello 32, ha provocato un netto calo dei titoli USA, con conseguenti ordini di vendita massivi. Altro fattore allarmante è stato il basso rendimento dei Treasury, il titolo di Stato americano.

A monte di questi fenomeni, ci sono certamente il rischio di inflazione e il probabile aumento dei tassi di interesse in seguito alla riforma fiscale voluta da Donald Trump.

Inflazione e tassi di interesse dietro il crollo di Wall Street

La politica fiscale adottata dall'amministrazione Trump sembra preoccupare gli operatori finanziari e alterare le tendenze del mercato. Questo potrebbe avere originato la notevole volatilità dei mercati del 5 febbraio, che ha condotto al crollo intraday del Dow Jones, come di altri indici.

Se da un lato i dati sull'economia statunitense indicano un miglioramento della stessa, dall'altro questo potrebbe innescare un aumento dell'inflazione, con conseguenti provvedimenti restrittivi della FED.

In effetti, si sono registrati miglioramenti in termini di livelli occupazionali, con un aumento dei salari del 2,9%.

Allo studio anche un eventuale aumento dei tassi di interesse da parte della FED, un altro elemento che ha agitato i mercati, poiché anche in questo caso si teme un giro di vite della banca centrale.

Gli analisti hanno paragonato il fenomeno del 5 febbraio al "flash crash" del 2010, quando si verificò una circostanza analoga ma di minore impatto.

Il dopo Yellen

Lo storico crollo è avvenuto all'indomani dell'insediamento di Jerome Powell nel ruolo di presidente della FED. Questi ha immediatamente dichiarato che la ripresa economica continuerà sostenendo l'occupazione e controllando l'inflazione, proseguendo così lungo la strada tracciata dalla Yellen. Costei, però, era riuscita ad aumentare i tassi di interesse contenendo l'inflazione.

Bisognerà anche verificare gli effetti sui mercati della manovra fiscale del governo. Il taglio delle tasse potrebbe spingere ai rialzi dei tassi di interesse da parte della FED, con ripercussioni importanti sulla volatilità dei titoli.