Il recente crollo delle criptovalute, cominciato verso la fine di dicembre del 2017, segna una caduta importante di questo #mercato. Bisogna infatti risalire al 2013 per riscontrare un fenomeno analogo. Solo a partire dal 6 febbraio si sono notati segnali di ripresa. In effetti, prima del crollo, molti indici portavano a pensare che presto si sarebbe verifacato un grande ribasso, essendo ingiustificato l'aumento del prezzo del Bitcoin, dovuto a un andamento puramente speculativo della domanda di criptomoneta.

Criptovalute: il mercato riprende quota

Negli ultimi giorni si è notata una lieve risalita del mercato della criprtovaluta, con una capitalizzazione intorno ai 400 milioni di dollari, stando a Coin Market Cap. Bitcoin rimane in cima, detenendo circa il 35% in un mercato che ormai conta 1500 valute, pur se con un valore di poco più di 8.000 dollari. Dato che fa una certa impressione se paragonato al picco dei 20.089 dollari di 52 giorni fa, secondo le le stime di Onchainfx.

Diversi i fattori che possono aver inciso sulla pur lieve ripresa di bitcoin e altcoin.

In prigo luogo la scelta della Corea del Sud di non proibire, sull'esempio della Cina, l'attività delle agenzie di cambio. Lo ha dichiarato il Ministro dellle Finanze coreano Kim Dong-yeon, che ha precisato come, piuttosto, l'intenzione del governo sia di regolamentare le agenzie di cambio, in presenza di notevoli deficit in termini di sicurezza delle transazioni.

Il governo coreano si era pronunciato in tal senso anche precedentemente, dopo un iniziale avvicinamento alle posizioni della Cina sulla criptovaluta.

Un altro elemento di favore per la ripresa del mercato potrebbe derivare dall'atteggiamento dimostrato dalla SEC (Securities and Exchange Commission) e dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission) americane, che si sono pronunciate dinanzi al Senato in termini di regolamentazione del mercato della criptovaluta, in luogo del precedente orientamento più restrittivo, volto a segnalare meno le potenziaità che i possibili usi illeciti della moneta digitale.

Inoltre, altri fenomeni collaterali meritano attenzione, come il Lightning Network, la rete che consente di effettuare pagamenti via bitcoin, che sta crescendo e conta attualmente 419 nodi attivi e circa 1000 canali di pagamento. Considerando che il network è ancora in fase di sperimentazione, si tratta di un risultato positivo nel senso di una maggiore fiducia verso gli scambi effettuati con criptomoneta. Stati Uniti, Germania e Olanda sono tra i paesi che già fruiscono di questo servizio.