Per le bollette a 28 giorni emesse dopo il 23 giugno 2017, l’Agcom ha trovato la soluzione che probabilmente tiene contenti tutti. Le compagnie telefoniche che sono state condannate a risarcire i propri clienti che hanno pagato di più con il meccanismo della fatturazione a 4 settimane ed i clienti che dovrebbero rientrare di quanto perduto. Tutte le compagnie infatti hanno presentato ricorso al Tar del Lazio contro l’ordine di restituire i soldi ai clienti. Una cosa ormai certa è che da aprile le bollette torneranno come erano una volta, cioè a fatturazione mensile e non più a 28 giorni.
Ma adesso come si svilupperà la vicenda e soprattutto, cosa verrà davvero restituito agli utenti di queste compagnie telefoniche?
Sconto o rimborso?
Nessuna erogazione in denaro dei rimborsi spettanti ai clienti di Fastweb, Tim, Vodafone e Wind per le fatture emesse dopo il 23 giungo 2017. Un risultato le compagnie lo hanno raggiunto con questo ricorso e cioè il blocco dei rimborsi stabilito proprio dal Tar a cui è stato presentato. La motivazione a questo stop è relativa al fatto che secondo i giudici è difficile stabilire l’entità dei rimborsi da erogare e ipotizzando cifre rilevanti, i bilanci di tutte queste compagnie potrebbero essere messi a serio rischio. L’Agcom contro questo stop ha trovato la mossa giusta e cioè ha ordinato ad ogni singola compagnia di risarcire i clienti non tramite denaro, ma co sconti sulle bollette.
Tutti i giorni in più pagati saranno giorni in meno da pagare per le future bollette.
Via il mese prossimo
Il Garante delle telecomunicazioni si è spinto anche oltre presentando la tipologia di calcolo a cui devono attenersi le compagnie per soddisfare i clienti e restituire quello che il Tribunale di Milano (quello che ha condannato le compagnie) ha definito come una pratica scorretta.
La data di partenza della storia è sempre la stessa il 23 giugno. Ipotizzando che da quella data le compagnie avessero annullato le fatturazioni a 4 settimane tornando a quelle mensili, la copertura della prima bolletta sarebbe stata fino al 22 luglio e non come è stata davvero fino al 20 luglio. Il meccanismo di calcolo progressivo, che come abbiamo visto nel solo primo mese ha fatto pagare due giorni in più ai clienti, continua fino a marzo 2018 con un danno medio di 3 giorni a mese.
In pratica nella fattura di aprile le compagnie che non vogliono pagare in contanti i rimborsi e che hanno avuto l’ok dal tar a trovare una soluzione alternativa, sconteranno fino a 27 giorni di consumo a ciascun cliente. In pratica come sottolinea l’Agcom, la prossima fattura anziché partire dal 1° aprile dovrà partire dal 27. La sollecitudine con cui il Garante sta operando è per evitare di ingessare il sistema perché il protrarsi di questa situazione blocca di fatto i clienti che vorrebbero cambiare operatore perché sono in attesa di vedersi restituire il maltolto.