I consumatori italiani, come quelli di tutto il mondo, desiderano acquistare prodotti sicuri e benefici. Questo vale, soprattutto, nel settore alimentare dove, praticamente ogni anno, si verificano casi di palesi alterazioni e adulterazioni. Ecco perché, ormai da diverso tempo, i grandi marchi industriali dell'alimentazione e del Benessere enogastronomico hanno preso l'abitudine di far certificare da enti terzi specializzati la propria catena di approvvigionamento delle materie prime alimentari utilizzate. Tra le prime a dotarsi di questo tipo di certificazione c'è proprio Findus, società italo - svedese, leader di mercato in Italia nel settore del pesce surgelato, di proprietà della Unilever.

La nuova certificazione

Come accennato, Findus è stata tra le prime realtà industriali italiane a dotarsi della verifica e certificazione della propria catena di approvvigionamento. Già lo scorso anno, infatti, aveva introdotto il marchio blu sui propri prodotti a base di pesce surgelato. Ora, la certificazione viene allargata anche alla gamma dei vegetali surgelati. È stata infatti siglata l'adesione di Findus alla SAI Platform che, come mette in evidenza il "Corriere.it", è la principale piattaforma internazionale all'agricoltura ecosostenibile.

Il nuovo standard di certificazione conforme alle migliori best practice a livello internazionale, cioè l'FSA, il Farm Sustainability Assessment, consente di analizzare in maniera approfondita le pratiche agricole adottate dall'azienda su tutti i tipi di colture e secondo i dettami dell'agricoltura ecosostenibile.

In pratica, rispettando i cicli naturali di crescita e senza ricorrere a coltivazione in serra fuori stagione.

Un ritorno all'antico

Inoltre, Findus riscopre il cosiddetto maggese, cioè la pratica di far ruotare le colture, in uso fin dall'alto Medioevo, per migliorare naturalmente la fertilità dei terreni agricoli e, quindi, senza ricorrere a pratiche industriali intensive che alla lunga danneggiano i terreni.

A questo si collega l'eliminazione quasi totale di fertilizzanti e concimi di origine non naturale. Vengono ottimizzati anche i metodi di irrigazione allo scopo di utilizzare solo l'acqua strettamente necessaria.

La scelta di Findus, comunque, asseconda una tendenza fortemente radicata tra i consumatori italiani negli ultimi anni.

Come fa notare, infatti, Andrea Alemanno, Docente all'università Roma III sentito dal "Corriere.it", gli italiani sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità ambientale e, almeno nel 75% dei casi, ne terrebbero conto anche nelle loro scelte alimentari. E se si allarga lo sguardo a livello mondiale, l'incremento demografico attuale potrebbe far arrivare la popolazione del pianeta vicino ai 10 miliardi di abitanti entro il 2050, aumentando le necessità alimentari del 50% in più rispetto alle attuali. E rendendo il tema della sostenibilità alimentare ancora più scottante.