Facebook fa una piccola marcia indietro e decide di riaprire alle inserzioni riguardanti Bitcoin e altre monete virtuali. Tuttavia, non saranno accettate sponsorizzazioni per per le Initial Coin Offering e per le opzioni binarie, considerate ancora troppo rischiose e aleatorie per i meno esperti. Anche le inserzioni per le criptovalute, comunque, saranno pubblicate solo dopo un accurato processo di valutazione dell'inserzionista attraverso il quale sarà ponderata la sua affidabilità.

Le nuove norme per le inserzioni su Bitcoin e criptovalute su Facebook

Nel gennaio scorso, ovvero nel periodo in cui si faceva un gran parlare di Bitcoin e di criptovalute, il social network di Mark Zuckerberg aveva deciso di non accettare più inserzioni incentrate sulle cosiddette monete virtuali.

Il motivo principale che aveva spinto il più celebre dei social network a operare questa decisione era stato quello che troppe aziende di quel settore, forti anche dell'entusiasmo che aveva generato la bolla Bitcoin, non stavano operando secondo i dettami della buona fede.

Adesso, invece, le inserzioni sulle criptovalute saranno di nuove accettate a patto che non siano incentrate su ICO, opzioni binarie, offerte iniziali di valuta e che l'inserzionista possa garantire taluni requisiti.

In particolar modo, affinchè un inserzionista possa pubblicare il suo annuncio su Facebook è necessario che passi per un procedimento di valutazione della sua affidabilità; a tale proposito, l'inserzionista dovrà indicare quale tipo di licenza ha ottenuto, l'eventuale quotazione della sua società e altre specifiche riguardo al suo business.

Continua la discesa del Bitcoin

La marcia indietro di Facebook non ha comunque sortito effetti di rialzo sulle quotazioni del Bitcoin. La criptovaluta più famosa è ancora sulla soglia dei 6.000 dollari, in clamoroso ribasso rispetto al picco di circa 20.000 dollari di metà dicembre.

Per quanto riguarda la promozione delle criptovalute negli altri social network e sul Web, Twitter ammette soltanto inserzioni di exchange e wallet di società quotate, mentre Snap accetta pubblicità su criptovalute, ma non sulle Ico.

Quello che è certo è che al momento la regolamentazione del mondo delle criptovalute è decisamente insufficiente. Secondo i dati diffusi dalla Ftc, solo nei primi 2 mesi dell'anno i consumatori hanno perso più di 500 milioni di dollari.