Dopo il botta e risposta tra il ministro Matteo Salvini e Bruxelles, sui vincoli che impedirebbero all'Italia di finanziare la manutenzione delle infrastrutture stradali, ecco alcuni numeri sull'argomento.
Una smentita autorevole
In realtà il vicepremier leghista è stato smentito dal suo ministro dell'Economia Giovanni Tria, che ha dichiarato che i soldi per gli investimenti in realtà ci sono e ci sono sempre stati, perchè previsti nel bilancio dello Stato: se e come vengano poi spesi è altra questione, che attiene alla capacità di spenderli, attuando concretamente i vari progetti esistenti o da formulare.
A tale proposito non possiamo fare a meno di pensare al progetto Gronda, partito nel 2009 e mai attuato, per l'opposizione di comitati cittadini di Genova. In particolare, si suppone (visto che i termini della concessione sono in gran parte ancora secretati), che la manutenzione del ponte Morandi fosse a carico di Autostrade per l'Italia: a probabile conferma di ciò, il bando emesso a maggio di quest'anno dall'azienda, per una manutenzione straordinaria del ponte con un importo di 20 milioni di euro.
Cosa ha fatto l'Unione Europea in questi anni
Entrando nel merito dei rapporti tra Ue e l'Italia, giova ricordare che proprio Bruxelles è intervenuta per costringere il nostro Paese a fermare le ripetute proroghe nelle concessioni autostradali concesse al gruppo Atlantia, senza gara.
In ogni caso numeri e atti parlano chiaro: l'Unione da sempre favorisce e finanzia gli investimenti in infrastrutture e in particolare all'Italia ha destinato 2.44 miliardi, da spendere entro il 2020 in infrastrutture viarie. Questo nell'ambito del fondo Fesr dove ben l'11% di tale dotazione è stata destinata al nostro Paese.
A tale cifra va poi aggiunto 1.2 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale, obbligatorio per ricevere i soldi dall'Unione. Una parte di tali soldi sono gestiti dal ministero di Toninelli (Trasporti ed Infrastrutture), una parte dalle regioni.
Il Cef e l'Italia
Ma c'è anche un'altra fonte europea che convoglia soldi verso l'Italia; il Cef, un fondo supplementare per le infrastrutture, che ha assegnato al nostro Paese altri 1.481 miliardi di euro, di cui 481 utilizzati per il tratto italiano della Tav Torino-Lione e 590 milioni per il nuovo tunnel del Brennero.
Dunque 3.9 miliardi di provenienza europea che fanno un totale di 5.1 miliardi disponibili per le infrastrutture italiane. Di chi è la colpa se non riusciamo a spenderli? Intanto attendiamo che la magistratura indichi in concreto le responsabilità.