Se ne sta parlando da un po' di tempo e, man mano che passano i giorni, si riescono a scrutare sempre meglio i contorni della cosiddetta 'pace fiscale', uno dei vari obiettivi del Governo gialloverde. Nelle ultime ore sono arrivate le prime informazioni sulle definizioni agevolate contemplate dal decreto 119/2018. L'articolo 2 del suddetto decreto contempla gli atti del procedimento di accertamento, ovvero gli avvisi di rettifica, gli avvisi di accertamento e di liquidazione, gli accertamenti con adesione e gli inviti al contraddittorio. Non sono ricompresi negli atti del procedimento di accertamento quelli che rientrano nella cosiddetta 'voluntary disclosure', ovvero la procedura di collaborazione volontaria.

Le regole sugli atti definibili

Fisco Oggi, magazine telematico dell'Agenzia delle Entrate, ha menzionato sinteticamente le nuove norme che attengono ai vari atti definibili. Innanzitutto viene esplicitata l'unica eccezione alla norma generale secondo cui bisogna pagare solo le imposte, senza interessi, sanzioni e somme accessorie: si tratta della regolarizzazione dei debiti concernenti le risorse proprie tradizionali, per i quali vanno versati anche gli interessi di mora. Possono rientrare tra gli atti di definizione agevolata tutti quelli notificati anteriormente al 24 ottobre 2018, ovvero la data di entrata in vigore del decreto. Ovviamente si tratta di atti non impugnati, che quindi possono ancora essere impugnati.

Per fare pace con il Fisco bisogna pagare quanto dovuto (solamente le imposte) senza interessi, sanzioni ed altri accessori entro il 23 novembre 2018. Un'altra soluzione è il pagamento della somma entro il termine stabilito per proporre il ricorso, che supera la data di entrata in vigore del decreto.

Pace fiscale: gli avvisi bonari

Di pace fiscale si è parlato molto negli ultimi tempi, e molti (non solo i cittadini ma anche gli addetti ai lavori) hanno sollevato diverse perplessità. Una è quella relativa agli avvisi bonari. Questi sono insanabili ma chi, nei mesi scorsi, ne ha ricevuto uno e l'ha trascurato potrà rottamare la cartella esattoriale che ne è derivata.

Paradossalmente, chi ha già deciso di rateizzare tutta la somma dovuta al Fisco, non potrà beneficiare della pace fiscale, neanche per le somme che ancora devono essere versate. Fisco Oggi ha menzionato anche la disciplina della compensazione, che non è ammessa. Significa che i contribuenti non possono sfruttare eventuali crediti d'imposta "per il versamento di quanto dovuto per la definizione".