L'Italia aveva annunciato che la lettera della Commissione Europea non avrebbe cambiato le carte in tavola. L'idea di innalzare il deficit per finanziare la cosiddetta "manovra del popolo" non poteva in alcun modo essere messa in discussione. Una posizione netta, ribadita in più circostanze da Conte, Di Maio e Salvini, che però non ha scalfito la posizione dell'Unione Europea, che non ha variato il proprio punto di vista: l'esposizione italiana rischia di essere eccessiva e viola i parametri economici disposti da Bruxelles. La bocciatura adesso è ufficiale e l'Italia avrà tre settimane per decidere sul proprio futuro, ricordando come si tratti della prima volta che un Paese non riceva l'ok rispetto alle scelte economiche effettuate.

L'Italia non vuole tornare indietro

Quella arrivata nelle ultime ore da Bruxelles è una sorta di vidimazione di quanto era già stato paventato dalla lettera che era stata inviata al Ministro dell'Economia e Finanza. L'idea di "esporsi" innalzando il debito veniva vista dall'Unione Europea come una "deviazione" rispetto a quelle che sono le linee guida dettate dagli enti finanziari europei. L'avvertimento non ha in alcun modo variato l'opinione del Governo che è andato avanti per la sua strada ed ha incassato il no che apre una possibile crisi senza precedenti nei rapporti tra un Paese europeo e l'UE. E' la prima volta, infatti, che una manovra economica nazonale viene rispedita al mittente. Ora l'Italia avrà a disposizione un periodo di tre settimane per trovare una linea economica rispettosa delle normative europee.

Il Presidente della Commissione Europea Juncker, tra l'altro, aveva rivendicato come, nei confronti dell'Italia, sia sempre stata adottata una certa flessibilità nell'interpretazione delle norme, ai fini di mantenere la possibilità italiana di investire. Stavolta però a Bruxelles percepiscono troppo alto il rischio che il Paese ha deciso di prendersi in rapporto al debito pubblico e alla potenziale crescita.

Quello che è accaduto è senza precedenti

L'Italia nelle prossime settimane si troverà dunque di fronte a un bivio. O adatterà le proprie scelte alle regole europee, scegliendo una Finanziaria compatibile con quelli che sono i parametri disposti dagli organi competenti continentali, o si porrà al di fuori delle regole comunitarie.

L'Unione Europea potrebbe, a quel punto, far scattare una "procedura per debito eccessivo". A regolarla c'è l'articolo 126 del tratto sul funzionamento del'Unione Europea. E' necessario infatti che ciascun Paese membro abbia un disavanzo di bilancio non superiore al 3% del Pil e il debito pubblico non deve assolutamente andare oltre il 60% del Pil. Parametri che l'Italia, con la nuova Finanziaria, correrebbe il rischio di sforare. Probabile che, in caso di mancate correzioni italiane, potrebbero scattare delle sanzioni, la cui natura si potrà eventualmente conoscere solo tra qualche tempo.