Intervistato da Daniele Capezzone per il nuovo quotidiano 'La Verità', l'ex Ministro dell'Economia e delle Finanze di tutti i governi presieduti da Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, ha discusso delle contraddizioni e degli errori commessi a suo dire in questi anni dall'Unione Europea, soffermandosi anche sull'operato e sugli atteggiamenti, talvolta intransigenti, da parte degli attuali leader europei. A proposito di quei fattori di fortissimo impatto che giustificano la situazione attuale, l'economista ha spiegato: "Ne evidenzierei quattro. Il primo è la globalizzazione.
Non è stata l'Europa ad entrare nella globalizzazione, ma viceversa, trovandola totalmente impreparata. Tra l'altro, questi signori hanno ignorato le migrazioni. Il secondo è l’allargamento dissennato e accelerato dell'Unione Europea. Aumentando il numero ha complicato i meccanismi, trasformandola da corpus economico a politico, con l’idea che l’Europa fosse la fabbrica della democrazia".
Il professor Tremonti ha poi proseguito nel suo intervento, indicando i restanti due fattori che hanno avuto un impatto negativo sui meccanismi della UE: "Il terzo è l’euro, un esperimento inedito ma irreversibile che non ha fatto i conti col quarto fattore che si sarebbe verificato a breve: la crisi. I trattati non la prevedevano.
Riflettevano l'ideologia positivista e progressista: 'la crisi non può esistere'. Ecco perché quando la crisi è arrivata, è stata capita male e tardi".
'Governo Monti basato sul presupposto terrificante dell'abisso'
Giulio Tremonti, inoltre, ha anche espresso le sue valutazioni sul Governo Monti, dicendo: "Quello era basato sul presupposto artificiale, ma terrificante dell'abisso.
L'opposto di ciò che era stato appena riconosciuto in Europa. Ma come diceva Friedrich Nietzsche, 'se guardi l'abisso, l’abisso ti guarda'. Con l'idea che il tecnico ci salverà, era chiaro che si sarebbe arrivati alla situazione che c’è adesso".
E sull'atteggiamento inflessibile da parte di quei burocrati che difendono a spada tratta il progetto europeo, sottolineandone solo i benefici tratti, l'ex Ministro dell'Economia ha concluso dicendo: "Non hanno comprensione della realtà.
Se uno prova ad andare in un bar a dire che ci vuole l’unione bancaria, non ne esce vivo. Se invece dice che ci vogliono intelligence e difesa comune, magari lo ascoltano. Diciamo che questi, si fa per dire, leader europei fanno un po’ pena".