Secondo indiscrezioni riportare dal Sole 24 ore, assieme alla bozze sui requisiti prudenziali SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), la Vigilanza della Banca Centrale avrebbe anche fornito precisi obbiettivi in termini di tasso di copertura obbiettivo dei crediti deteriorati, suddividendo le banche italiane in 3 gruppi in base alle condizioni di partenza.

Nei giorni scorsi, la notizia che per Monte Paschi di Siena avrebbe dovuto azzerare il valore di bilancio di tutti i crediti deteriorati in essere entro il 2026, aveva innescato una serie di vendite su tutto il comparto dei bancari, nell'ipotesi che queste nuove indicazioni potessero impattare negativamente sui risultati d'esercizio.

Secondo le stime degli analisti di Mediobanca, alla luce dei nuovi dettagli, l'impatto di questo tipo di attività potrebbe causare a livello aggregato, sul periodo 2019 - 2026 una riduzione dei profitti intorno al 17%.

Un programma a tre velocità

Agli istituti più forti, e con un livello percentuale di crediti deteriorati più contenuto, sarebbe richiesto entro il 2020 un obbiettivo di coperture del 60% per i crediti ipotecari e del 70% per quelli non provvisti di garanzie reali. Come già reso noto, questo livello dovrebbe poi essere portato al 100% entro il 2024 per la prima tipologia di crediti e al 2023 per la seconda. In questo gruppo dovrebbero rientrare Unicredit e Intesa Sanpaolo.

A un secondo gruppo, costituito da istituti come UBI, Banco BPM e BPER, che pur godendo di condizioni relativamente buone presentano una incidenza più elevata di crediti Non Performing, sarebbe stata accordata la possibilità di un percorso più graduale: coperture al 50% per le esposizioni secured (ipotecarie) entro il 2020, con obbiettivo al 100% entro il 2025, mentre per le posizioni unsecured si partirebbe dal 60% nel 2020 per arrivare alla svalutazione integrale entro il 2024.

L'ultima classe è costituita dagli istituti come MPS, ai quali viene consentito di partire dal 40% per i crediti ipotecari nel 2020 con svalutazione integrale entro il 2026 e dal 50% per le esposizioni chirografarie da azzerare entro il 2025.

Possibili incentivi alle cessioni

Secondo le le stime di Mediobanca, l'incidenza sui profitti dell'attività di pulizia potrebbe essere alquanto variabile tra i diversi istituti.

Su un orizzonte temporale tra il 2019 e il 2026 potrebbe spaziare dal 62% per MPS al 7% di Unicredit passando dal 52% di Banco BPM e dal 47% di UBI. Da più parti è stato evidenziato come un sostegno importante all'attività di smaltimento dei deteriorati potrebbe venire nuove operazioni di dismissione che andrebbero ad aggiungersi alle strategie già poste in essere per migliorare la gestione di questi crediti.

Sullo sfondo, in considerazione anche delle recenti difficoltà sperimentate da Carige, si profilano diverse possibilità di aggregazione al fine di avviare il sistema verso un progressivo processo di consolidamento.