Il Reddito di Cittadinanza partirà ufficialmente tra la fine di febbraio e i primi di marzo. A confermarlo è stato il Vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio a margine di una visita ad Alleghe, in provincia di Belluno. Di Maio ha anche ribadito che dopo la pausa per le vacanze di Natale e Capodanno dovrebbero essere predisposti i provvedimenti attuativi necessari a far partire effettivamente sia il Reddito di Cittadinanza che Quota 100. D'altra parte le dichiarazioni del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico intervengono anche a delimitare il perimetro di godimento del beneficio da parte dei cittadini stranieri residenti in Italia.
Di Maio, infatti, ha smentito ufficialmente la bozza del provvedimento, circolata nei giorni scorsi, secondo cui il RdC verrebbe erogato anche a quei cittadini stranieri o, addirittura, extracomunitari muniti di un permesso di lungo soggiorno in Italia o che risiedono stabilmente nel nostro Paese da 5 anni.
Verrà cambiata la norma sulla residenza in Italia
Le dichiarazioni del Vicepremier Di Maio si basano sull'intenzione del Governo M5S - Lega di modificare, probabilmente in senso restrittivo, la norma sul lungo soggiorno di cittadini stranieri nel nostro Paese. Questa legge, di fatto, ora equipara i cittadini stranieri o extracomunitari residenti in Italia da almeno 5 anni in tutto e per tutto ai cittadini italiani.
Le norme a cui fa riferimento il Vicepremier Di Maio sono contenute negli articoli 9 e 9 bis del Testo Unico sull'Immigrazione. In esse sono contenute le disposizioni che devono essere rispettate, fino ad oggi, dai cittadini stranieri che desiderano ricevere per sé e per i propri familiari il Permesso CE, cosiddetto permesso per i soggiornanti di lungo periodo che viene rilasciato anche a coloro ai quali viene riconosciuta la necessità di speciale protezione da parte della Ue.
Anche se gli stranieri non verranno totalmente esclusi dalla possibilità di ricevere il Reddito di Cittadinanza. Infatti, Di Maio ha precisato che l'obiettivo è quello di erogarlo principalmente agli italiani ma anche a quei cittadini stranieri lungo soggiornanti che hanno dato un grande contributo alla crescita del nostro Paese.
I nodi da sciogliere
D'altra parte, per modificare in questo senso la normativa, occorre trovare la quadratura del cerchio rispetto a diversi fattori. Innanzitutto, le normative europee prevedono, già ora, che se si vuole limitare le prestazioni assistenziali a favore dei cittadini stranieri, comunque va loro garantito un sostegno al reddito minimo e l'assistenza sanitaria. Di conseguenza, sarà necessario un diverso coordinamento delle norme attualmente in vigore nonché una diversa interpretazione da parte del Legislatore.
Altri aspetti di cui tenere conto: da quanto è dato sapere, finora i criteri economici di attribuzione del Reddito di Cittadinanza favoriscono maggiormente le famiglie medie e piccole rispetto a quelle numerose.
Infatti, come è noto, i limiti dell'Isee per un single sono fissati a 6.000 euro, mentre per una famiglia a 12.600 euro. Inoltre basta che un componente del nucleo familiare percepisca uno stipendio mensile di 1.050 euro per non percepire alcun tipo di integrazione al reddito. Anche se, secondo le tabelle dell'Istat, lo stesso nucleo familiare si trovi in povertà assoluta. Il rischio, secondo molti esperti, è che in questo modo venga favorita la crescita del lavoro nero. Anche perché attuare dei controlli capillari risulta particolarmente arduo. E anche il progetto di ricerca personalizzata del lavoro, associato al Reddito di Cittadinanza, risulta ancora in alto mare.
Le pensioni di cittadinanza
Anche per quanto riguarda l'innalzamento delle Pensioni minime a 780 euro, nonostante le rassicurazioni di Luigi Di Maio circa la loro partenza a febbraio - marzo, ancora non è chiaro quali saranno le prestazioni che verranno aumentate, se solo le Pensioni sociali o anche altre. Quello che è certo è che, anche in questo caso, si tratterà di un'integrazione al reddito che terrà conto del reddito Isee che, per un single, dovrebbe essere parametrato sui 7.560 euro annui.