Dal 6 marzo scorso è iniziata l’era del reddito di cittadinanza, la nuova misura di contrasto alla povertà varata dal governo. La misura ormai è pienamente attiva, anche se il decreto al cui interno essa è contenuta è ancora alla Camera per la seconda lettura e per la sua conversione in legge. Ormai sul reddito di cittadinanza tutto è chiaro, dai requisiti alle modalità con cui la misura andrà avanti. Il direttore generale dell’istituto di Previdenza Sociale Italiano, Gabriella Di Michele, proprio alla Camera dei Deputati, durante la sua audizione ha chiarito anche le tempistiche di tutta l’operazione successiva all’inoltro delle domande da parte dei richiedenti.

Da metà aprile l’Inps sarà pronta a completare l’istruttoria delle pratiche per poi delegare Poste Italiane alla consegna delle tessere magnetiche sulle quali saranno caricati i soldi.

La misura in sintesi

Gli ultimi nodi da sciogliere sul reddito di cittadinanza troveranno soluzione durante il passaggio del decreto a Montecitorio. Si tratta più che altro di interventi relativi ai controlli sulla veridicità dei dati prodotti con la domanda da parte dei richiedenti e sul contrasto ai cosiddetti furbetti. Dal punto di vista tecnico la misura non dovrebbe subire cambiamenti. Ormai sono stati chiariti tutti gli aspetti, anche quelli relativi alle proposte di lavoro che per essere considerate congrue devono prevedere stipendio minimo di almeno 858 euro, cioè almeno il 10% superiore all’importo massimo del reddito di cittadinanza che è fissato a 780 euro.

Il valore dell’ Isee non deve superare 9.360 euro, la seconda casa o altri immobili diversi dall’abitazione principale non devono essere di valore superiore a 30.000 euro ed i soldi in banca non devono essere maggiori di 6.000 euro per il single (per le coppie 8.000 euro, con un figlio 10.000 euro e poi 1.000 euro in più di limite per ogni figlio successivo).

Inoltre, niente auto possedute se di cilindrata superiore a 1.600 cc, nessuna immatricolata a nuovo nei 24 mesi precedenti la domanda e residenza in Italia da almeno 10 anni dei quali gli ultimi 2 continuativi. Questi i requisiti per rientrare nella s ed ormai chiariti a tutti gli effetti.

Alla cassa già ad aprile

Una volta verificato il possesso dei requisiti prima descritti, la domanda va presentata tramite il canale telematico utilizzando lo Spid (Sistema di identità digitale) per chi ne possiede le credenziali, oppure direttamente a Poste Italiane o tramite i Caf.

Dal 15 aprile l'Inps, come confermato nell’audizione di Montecitorio dalla Di Michele, renderà disponibile i primi esiti delle istanze che verranno comunicati direttamente al richiedente tramite sms o tramite posta elettronica. Dal 19 aprile le Poste dovrebbero iniziare a convocare i beneficiari per il ritiro delle card con i primi fondi già pre-caricati.

Le altre tappe della misura

In pratica, l'Inps comunicherà alle Poste l'importo da caricare sulla carta prepagata, specificando anche la quota che si potrà prelevare in contanti. La card nel rispetto delle norme sulla privacy non riporterà il nominativo del beneficiario ma solo un numero identificativo. Per i componenti il nucleo familiare che rientrerà nel programma occorrerà sottoscrivere il patto di lavoro, cioè la Dichiarazione di immediata disponibilità (Did) presso i centri per l’impiego.

L’adempimento è un obbligo per tutti i componenti di età compresa tra i 18 ed i 65 anni. Necessario sottoscrivere anche il patto sociale, ma per coloro che non sono collocabili lavorativamente. Il patto sociale va sottoscritto tramite i servizi sociali del comune di residenza della famiglia beneficiaria del reddito di cittadinanza.