Per Giovanni Tria, Ministro dell’Economia, la flat tax progressiva è possibile "attuando una riforma delle imposte sui redditi e semplificando il sistema fiscale", come scrive nel Documento di economia e finanza (Def) 2019, appena pubblicato nel sito istituzionale del Mef. Allo stesso modo, nel Def Tria imposta quale sarà l’obiettivo principale del programma di governo: "Ritornare in una fase di sviluppo economico con conseguente miglioramento dell’inclusione sociale e della qualità della vita rispettando in pieno i vincoli europei". Nella riforma del sistema fiscale, Tria pone l’attenzione "sull’imposizione a carico dei ceti medi" e vuole configurare degli interventi a "sostegno alle famiglie ed alla natalità".

Dubbi sulla fattibilità della flat tax progressiva

Quando si parla di flat tax progressiva, sembra di inciampare in una gaffe o di dar vita ad un vero e proprio ossimoro. Eppure, una tassa piatta che sia rispettosa dei canoni di progressività sanciti dalla Costituzione e che allo stesso tempo vada a sostenere le fasce più deboli, sembrerebbe attuabile. Una tassa si definisce progressiva quando all’aumentare dell’imponibile aumenta l’aliquota. Con una aliquota fissa, appunto flat, tale imposta si dovrà applicare solo a quei contribuenti con un reddito che raggiungerà una certa soglia.

Proprio in merito a questo, in un’intervista del Sole 24 ore fatta a marzo al sottosegretario Armando Siri, ideatore della flat tax, si chiedeva di spiegarla in modo concreto e con esempi.

"La tassa piatta al 15% sarà valida solo per le famiglie che raggiungono un reddito fino a 50mila euro l’anno. Vogliamo, infatti, creare un sistema fiscale nuovo e parallelo rispetto a quello in vigore. La novità e la vera rivoluzione, risiedono nel calcolare come soggetto d’imposta l’intero nucleo familiare e non più il singolo contribuente".

Così Siri spiegava concretamente la sua flat tax, facendo anche degli esempi pratici: "Una famiglia composta da marito, moglie e un figlio con un reddito di 18mila euro risparmierebbe il 30% di tasse. Il valore delle deduzioni sarà inversamente proporzionale al reddito".

La tassa piatta verrà introdotta gradualmente e ridurrà anche il cuneo fiscale sul lavoro

Nella bozza del Def 2019, divisa in molteplici capitoli, che poi si tradurranno nelle misure operative della manovra 2020, si legge che "l’obiettivo principale è voler ridurre le tasse ad imprese e famiglie e snellire gli adempimenti relativi al pagamento dell’imposte". Continuando a sviluppare quello che si definisce il ‘concetto chiave’, nel documento si legge come la tassa piatta sarà introdotta gradualmente con aliquote d’imposta fisse, con un sistema di deduzioni e detrazioni che mantengano la progressività.

Dal punto di vista della Politica fiscale, la progressiva introduzione della flat tax ridurrà il cuneo fiscale sul lavoro.

Il cuneo fiscale, che non è una tassa per gli abitanti di Cuneo, definisce la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro. Spiegato in maniera semplice, consiste nella differenza tra quello che è il costo che un dipendente ha per l’azienda e quanto lo stesso guadagna al netto in busta paga. Attualmente questa differenza in Italia è molto alta.