Mercoledì, 4 dicembre, presso il Mise, ArcelorMittal Italia ha presentato il nuovo piano industriale 2020-2024. Si tratta di un piano industriale "lacrime e sangue" che prevede 2891 esuberi immediati e il resto entro il 2023.

Naturalmente, il nuovo piano ha trovato la totale contrarietà del Governo, nella persona del ministro dello Sviluppo Economico, Patuanelli, e dei sindacati che hanno sospeso il tavolo al Mise e proclamato uno sciopero generale il 10 dicembre.

Tra venerdì e lunedì il Governo presenterà un suo piano industriale che avrà al centro l'utilizzo delle tecnologie sostenibili per arrivare ad una produzione in grado di tutelare i livelli occupazionali.

Il nuovo piano industriale di ArcelorMittal

Il nuovo piano industriale 2020-2024 di ArcelorMittal Italia, presentato dall'ad Lucia Morselli, prevede nel 2023 la fermata del forno Afo2 e la marcia della sola linea D. La realizzazione del nuovo forno elettrico ad Arco Eaf, secondo le previsioni dell'azienda, dovrebbe permettere di produrre un acciaio di maggiore qualità,

Con la fermata del forno Afo2, la copertura dei parchi è prevista solo per 500 metri e non 700 metri.

Per quanto concerne i lavoratori, il piano prevede 4700 esuberi fino al 2023, di cui 2891 nel 2020. Inoltre, si prevede di aumentare i volumi della produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021.

La reazione del Governo e dei sindacati

Dopo la presentazione del piano da parte dell'ad di ArcelorMittal, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli si è detto molto deluso dei passi indietro fatti dall'azienda. Da fonti sindacali, si apprende che tra lunedì e venerdì, il governo presenterà un altro piano per rendere lo stabilimento eco-sostenibile e garantire la piena occupazione delle unità lavorative.

Per i sindacati che erano presenti al tavolo, i tagli proposti dall'azienda sono irricevibili. Senza lavoro rimarrebbero in tutto 6300 persone comprese quelle che sono in amministrazione straordinaria. Data la mancanza di condizioni per aprire un confronto sull'accordo, per martedì 10 dicembre hanno indetto uno sciopero generale all'ex Ilva.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro al Mise avrebbe definito il nuovo piano industriale, un progetto di chiusura nel tempo di Taranto e di Ilva. Mentre per il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci si tratta di una catastrofe annunciata.

Intanto, entro il 20 dicembre, giorno dell'udienza sul ricorso cautelare presentato dai commissari straordinari, si dovrà giungere ad una conclusione, ovvero se vi sono le basi per concludere un accordo che mantenga una produttività ordinaria della fabbrica. In caso contrario passerà tutto nella mani della giustizia.