Fitch Ratings con una mossa a sorpresa dopo la chiusura dei mercati, ha annunciato il declassamento del debito pubblico italiano al livello BBB-. Si tratta del livello immediatamente precedente la classe dei titoli spazzatura (Junk Bond).

La revisione del titolo non era attesa prima di luglio, tuttavia gli l'agenzia di Rating ha ritenuto opportuno anticipare la revisione del giudizio in modo da tenere conto del rilevante impatto che la crisi dovuta alla pandemia in corso avrà sull'economia italiana.

Nonostante il segnale negativo dovuto al declassamento, l'italia rimane ancora all'interno degli emittenti qualificati come Investment Grade.

Anche in considerazione dell'incisiva azione di supporto esercitata dalla Banca Centrale Europea, è plausibile che le pressioni sulla vendita dei titoli italiani rimangano per il momento contenute.

Le Motivazioni della decisione

La decisione del declassamento è dovuta essenzialmente al fatto che, secondo gli analisti dell'agenzia, l'economia italiana sarà fortemente colpita dalle misure di contenimento poste in essere per arginare la diffusione del Covid19.

L'agenzia stima un calo del prodotto interno lordo nell'ordine di -8% e un rapporto tra debito pubblico e PIL del 156%. Sulla base di questi indicatori, è plausibile che nel medio termine il rapporto si stabilizzi ad un livello molto elevato e che la sostenibilità nel tempo del rapporto sia significativamente compromessa.

Con riferimento al merito della decisione, è opportuno considerare che BBB- è l'ultimo livello della classe investment grade che include gli emittenti di qualità da molto elevata (AAA) a soddisfacente (BBB). Al di fuori di questo insieme, si entra nella categoria degli investimenti di tipo speculativo o a rischio elvato (detti in gergo anche Junk Bonds, titoli spazzatura).

Nel caso in cui due delle tre principali agenzie (Standard & Poors, Moodys, Fitch Ratings) dovessero portare il loro giudizio al di sotto di tale livello, si potrebbe innescare un flusso importante di vendite perchè molti investitori istituzionali non potrebbero più detenere titoli italiani in portafoglio.

Le pressioni sul prezzo e sui rendimenti rendimento del debito pubblico italiano sono al momento mitigate dall'azione della Banca Centrale Europea.

La sostenibilità del debito

Ad oggi, l'elemento chiave da considerare per leggere correttamente la decisione di declassamento è il profilo della sostenibilità nel medio termine. Ricordiamo che il debito pubblico è sostenibile in rapporto al PIL se la crescita di quest'ultimo è maggiore, o almeno uguale al tasso al quale cresce il debito.

Per il 2020 è atteso un deficit del 10% e una riduzione della crescita pari a -8% dunque il deterioramento delle finanze pubbliche nel breve termine sarà molto rilevante. A questo va aggiunto che l'economia registrerà con ogni probabilità un aumento dei fallimenti e dei dissesti societari, degli insoluti da parte delle famiglie e questo eserciterà una pressione rilevante sugli istituti bancari.

Un altro elemento che le agenzie di rating tengono in considerazione è la stabilità politica: ad oggi il susseguirsi dei due governi presieduti da Giuseppe Conte, uno sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle e l'altro da M5S e Partito Democratico non fornisce garanzie sufficienti di una corretta gestione dell'emergenza e delle riforme che si renderanno necessarie per gestire la ripresa.